Lettera aperta alla responsabile scuola del PD
Data: Martedì, 05 giugno 2012 ore 05:45:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
gent.ma Sig. ra, NON sono un elettore del PD e sono un maestro di scuola primaria. Se la prima cosa forse non mi legittima a rivolgermi a Lei, la seconda credo si. Dopo il massacro della Gelmini molti miei colleghi ritenevano non potesse succedere nulla di peggio e che anzi le cose sarebbero volte al meglio, contando sul fatto che il supporto determinante del PD al governo Monti ne avrebbe condizionato le scelte di politica scolastica fin da subito, vista anche la ferocissima ma ahimé inutile opposizione allo smantellamento che tutti voi avevate fatto. Io, diffidente per natura, stavo lì a guardare; ed ecco che, come immaginavo, nulla cambia.
Restano in piedi i corsi di inglese coatti per docenti di scuola primaria che di inglese non sanno nulla e nulla riusciranno ad insegnare ai loro alunni, anzi certamente semineranno danni a iosa, vista la tipologia e i tempi della formazione.
Resta intatta la decurtazione del monte ore, che costringe (in alcuni casi, purtroppo, agevola) le scuole a diminuire la quantità della sua offerta formativa, arrivando alle striminzite 27 ore che la Moratti aveva seminato e che Fioroni non ha saputo o voluto estirpare; ciò malgrado la stragrande maggioranza delle famiglie richieda le 30 0 le 40 ore, e malgrado tutti noi si sia consapevoli del fatto che gli alunni è meglio tenerli a scuola che fuori.
Si avvia la grande rivoluzione del sostegno, con la “riconversione” dei docenti generalisti che con corsi a pagamento di durata risibile diventeranno d’emblée professionisti del settore mentre i colleghi e le colleghe con esperienze decennali, titoli di lunga durata se non universitari saranno liberi di andare a spigolare.
L’ultima perla sembrerebbe essere la riscoperta di questa patacca del “merito”, dove agli alunni più bravi verrà dato il premio, così come ai docenti più bravi. Se solo Profumo passasse in una scuola non per fare comparsate ma per capire come funziona veramente, probabilmente scoprirebbe quanto poco merito possa esserci nel diventare i primi della scuola se si è figli di dottore, o di avvocato, o di professore, e quanto piuttosto andrebbe premiato chi, a dispetto dei pesi che si porta sulle spalle, arranca e da solo conquista faticosamente dei risultati, grandi o piccoli che siano.
Sulla premialità agli insegnanti “più bravi”, poiché l’andazzo sembra essere quello di Apreana memoria se non peggio, mi chiedo in cosa consista il merito: è meritorio dire sempre sì al proprio dirigente? O forse lo è annusare l’aria e regolare, come in un sondaggio prevendita, le proprie prestazioni sulla richiesta del cliente? O forse lo è creare classi di alunni prontissimi a rispondere a quiz e test, ma privi di intelligenza divergente e pensiero critico?
Cito queste piccole cose perché le conosco direttamente e le posso misurare sul campo, con le loro ricadute sconvolgenti sulla qualità dell’offerta didattica che riusciamo a fornire (anzi, che di anno in anno forniamo sempre meno).
Certo, la rassicurazione del ministro sull’intangibilità della riforma Gelmini mi rassicura veramente poco, anzi mi preoccupa. Vorrei sentirmi sollevato dall’dea che il Suo partito interverrà, come in questi anni ha sempre promesso, a difesa della scuola dello Stato italiano, ma se penso poi a come è andata sull’art. 18, a difesa del quale vi eravate spesi con la stessa forza con la quale avete difeso la scuola, quasi quasi vi chiederei di non fare nulla.

sentitamente Giuseppe Grasso
giugrass@tiscali.it





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