Fioroni contro riforma scuola 'Profumo sceglie strada sbagliata'
Data: Martedì, 05 giugno 2012 ore 03:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Non c'è bisogno
"della politica degli specchietti" o di "interventi esclusivamente
mirati a incentivare la competizione e garantire l'eccellenza per
pochi": "la Scuola italiana è una grande risorsa per il Paese e deve
avere l'ambizione di essere per tutti di qualità". A Giuseppe Fioroni,
deputato del Pd ed ex ministro dell'Istruzione durante il secondo
governo Prodi, non piace la riforma presentata dal ministro Francesco
Profumo che vuole dare maggiore spazio al merito e rendere i giovani
italiani più competitivi a livello europeo. "L'emergenza rispetto
all'Europa non è la certificazione del merito - ha sottolineato
Fioroni-, ma la grande dispersione scolastica e la necessità di
migliorare le competenze dei nostri studenti che sono sotto la media
Ocse".
Le richieste dell'Europa.
"L'Europa - prosegue Fioroni - ci chiede un sistema di valutazione
serio e provvedimenti urgenti per il recupero di chi resta indietro e
strumenti e risorse per migliorare le scuole che hanno bisogno. L'Ocse
ci chiede di investire sull'aggiornamento e la riqualificazione
professionale dei docenti per consentire tutto questo. Di fronte a
queste priorità è paradossale che il ministro Profumo non avverta la
necessità di interventi urgenti e di reperire risorse adeguate per
consentire tutto questo e renderci competitivi in Europa".
La strada sbagliata.
Secondo Fioroni "nei periodi di crisi non serve la politica degli
annunci e degli specchietti, ma fare le cose giuste al momento giusto.
È del tutto evidente - prosegue - che interventi esclusivamente mirati
a incentivare la competizione e garantire l'eccellenza per pochi dia
un'idea sbagliata e diversa dalla Scuola della Costituzione. Questa
prevede una comunità educante che recupera chi resta indietro e
contemporaneamente stimola i migliori. Questa insistenza
nell'ipotizzare un modello competitivo, senza nulla per le emergenze e
i bisogni di tutti, dà l'idea di perseguire un disegno che vede una
scuola di qualità per pochi e un nuovo avviamento professionale per i
tanti". "D'altronde, interventi per incentivare il merito già sono nel
nostro ordinamento, ma non sono mai stati attuati da questo governo per
mancanza di fondi" prosegue Fioroni che poi trova "singolare"
ipotizzare "lo studente dell'anno" per ogni scuola "quando non si è mai
recepita la normativa che prevede che l'accesso alle facoltà a numero
chiuso non possa ignorare, come oggi avviene, il merito degli studi
delle scuole medie superiori. Già fare questo sarebbe qualche cosa di
più concreto di una benemerenza senza riscontro. Mi auguro - conclude -
che il ministro abbandoni la strada del decreto per aprirsi ad un
confronto serio e costruttivo sulle priorità e i bisogni della scuola
italiana, evitando una conflittualità che non farebbe bene al governo".
Puglisi: "Priorità da rispettare".
Alle critiche di Fioroni fa eco Francesca Puglisi, responsabile scuola
del Pd: "In un momento di vera emergenza nazionale chiediamo a questo
Governo di fare ciò che fanno le famiglie per bene: guardano a quanti
soldi hanno in tasca per darsi delle priorità, a partire dai bisogni
dei più piccoli e dei più deboli. Il Partito Democratico apprezza gli
interventi fatti per la lotta alla dispersione scolastica attraverso
fondi europei in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, ma l'abbandono
che l'Europa ci chiede di dimezzare entro il 2020, riguarda tutto il
Paese e in particolare le periferie delle grandi città. Nel solo
Piemonte 1.820 ragazzini hanno abbandonato la scuola media quest'anno.
Le priorità in questo momento per la scuola Italiana si chiamano scuola
dell'infanzia, tempo pieno e lotta alla dispersione scolastica. Il
'compito' che l'articolo 3 della Costituzione affida alla Repubblica
attraverso la scuola è quanto di più lontano possiamo immaginare dal
decreto che il Ministro Profumo vuole imporre per "coltivare" le
eccellenze. Siamo il paese dei divari. E' provato che una educazione
prescolare offre migliori chance di recupero rispetto agli svantaggi di
partenza. Eppure le liste d'attesa sono tornate ad esplodere in tutto
il Paese. Anche in regioni come Emilia Romagna quasi 2.000 bambini
restano a casa a tre anni, dopo aver frequentato il nido. Eppure
l'Europa ci dice che la scuola dell'infanzia, seppure non dell'obbligo,
è scuola e i bambini ne hanno diritto. Profumo prima risponda alle
emergenze, compito che abbiamo affidato al governo dei tecnici, poi
rifinanzi le norme per tenere le scuole aperte il pomeriggio e nei
periodi estivi. Soprattutto non si possono toccare i pochi spiccioli
che rimangono sul fondo per l'Autonomia scolastica. Già oggi sono stati
tagliati i 2/3 dei fondi per fare i corsi di recupero. Per quel che
riguarda il nuovo reclutamento, continuiamo a chiedere di stabilizzare
coloro che da troppi anni stanno lavorando su posti vacanti. I nuovi
concorsi siano banditi sulle classi di concorso già esaurite e no su
posti inesistenti. Vi è bisogno di nuovi insegnanti per le scuole medie
nelle materie tecnico scientifiche e matematiche. Il ministro abbandoni
l'idea di un decreto che non risponde alle emergenze della scuola
italiana, né alle richieste vere dell'Europa".
Repubblica.it
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