Libro siciliano di Matteo Collura, al liceo De Sanctis di Paternò
Data: Lunedì, 04 giugno 2012 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Redazione


È la gemma del secolo, splendore della natura. Gioca a incantare i viaggiatori anche con le glorie del suo passato, è colma di ricchezze… è una terra dalle infinite bellezze… scriveva il geografo arabo Al-Idrisi. A distanza di secoli è la stessa immagine che Matteo Collura e Mino Minnella hanno voluto imprimere con Libro siciliano, edito dalla casa editrice Flaccovio. Collura, giornalista e scrittore agrigentino, ha raccontato questo viaggio o come dice lui stesso «un viaggio in due» nell’anima della Sicilia e dei siciliani, lo scorso 4 maggio  presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” di Paternò. L’incontro è stato promosso dall’AMMI, sez. di Paternò, rappresentata dal presidente prof.ssa Maria Virgillito, e dal direttore del periodico l’Alba, il prof. Pino Pesce, docente di Materie umanistiche e direttore de “l’Alba” che ha conversato con l’Autore,  insieme al prof. Nunzio Famoso docente di Geografia all’Università di Catania.
La serata, dopo i saluti del presidente dell’AMMI, di tutte le associazioni e club presenti, e della prof.ssa Santa Di Mauro, dirigente scolastico del liceo “Francesco De Sanctis”, è stata scandita da momenti significativi e accompagnata dalle letture dei brani, recitate dalla studentessa universitaria Margherita Aiello e dall’attore Pasquale Platania, sulle note della pianista Giulia Russo e del chitarrista Armando Percolla.
Un Libro siciliano esiste già dal 1970 con la prefazione di Leonardo Sciascia e il contributo di autorevoli intellettuali. L’idea di un nuovo libro è nata dalla richiesta di Sergio Flaccovio figlio dell’editore siciliano Salvatore che, dopo quarantuno anni, nonostante i numerosi scritti su questa terra,  ha voluto che fosse scritto un nuovo Libro siciliano.  Si tratta infatti di un testo che racconta la Sicilia con le parole e con le immagini in un’armonica assonanza corredato da 140  fotografie di Melo Minnella, fotografo di fama internazionale. Questa nuova pubblicazione, ha sottolineato  il prof. Pesce  non poteva non essere affidata  allo scrittore agrigentino Collura e non è la prima volta che l’autore scrive sulla Sicilia. Nel testo In Sicilia,  il direttore de “l’Alba” ha evidenziato che nella scrittura dell’autore, «quasi fotografica» o più esattamente «evocativa», si aveva già la percezione del paesaggio. Nel Libro siciliano invece la descrizione particolareggiata dei luoghi è stata sostituita dalle foto, dove è stato riesaltato il tema del viaggio, riprendendo la vecchia tradizione del Grand Tour dei viaggiatori, iniziata nel Rinascimento e poi esplosa nel ‘700, con Goethe.  Quest’ultimo lavoro non è soltanto un viaggio per la Sicilia, attraverso la geografia dell’isola ma è anche «un viaggio attraverso la letteratura siciliana, da Verga a De Roberto a Tomasi di Lampedusa, a Leonardo Sciascia, a Gesualdo Bufalino» per citarne solo alcuni.  Perché tanta letteratura sulla Sicilia, si chiede il prof. Famoso? Chiarisce lui stesso che «probabilmente si tratta in primo luogo di un atto d’amore nei confronti della propria terra, e la motivazione vera di questa vena inesauribile  è innanzitutto da ricercare nell’approccio a questa terra, che è vista con occhi nuovi, lontani dall’immagine gattopardiana e da tanto altro passato, che l’ha dipinta come una terra cristallizzata e immobile.
L’autore  attraverso la sua scrittura - sottolinea ancora Famoso - è riuscito in questo intento, avvalendosi della grande capacità di precisare in modo sintetico i caratteri originali, realizzando una trattazione ampia». Racconta Collura che quest’ultima creazione non è solo un libro che parla di folklore, di luoghi, di storia e di arte, ma è piuttosto un viaggio nell’anima di quest’isola e sottolinea infatti il significato della copertina che riprende il particolare a forma di cuore di  una vecchia porta di paese con la toppa per il chiavino. La Sicilia di Collura «appare, non è», e di quest’isola si è scritto tanto a tal punto da essere forse troppo mitizzata fino a perdere l’identità. Non una Sicilia dunque ma «dieci, cento, mille Sicilie», ma quale Sicilia “è” davvero? Probabilmente la Sicilia che vive nell’anima dei siciliani, con la loro follia che li ha fatti sopravvivere nei secoli o con la loro Sicilitudine, per parafrasare Sciascia. L’isola del Mediterraneo, da sempre nell’entourage del dominio straniero non è solo la terra conquistata; la storia di questa terra  difficile  ha radici profonde e lo stesso Collura la paragona ad una «donna conquistata ma mai posseduta». Per l’autore non è più «terra amara»  ma una terra che, in Libro siciliano, ha definito «verde», speranzosa e rinnovata, metafora della nuova generazione siciliana. Scriveva Sciascia «La mia terra, la mia Sicilia…».

Mariacarmela Crisafi





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