Lettera aperta a tutti i partiti politici e a tutti i sindacati
Data: Sabato, 02 giugno 2012 ore 12:30:49 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
Siamo docenti precari specializzati sul sostegno che stanno cercando di mettere in luce la realtà di oggi. Lo scorso 16 aprile, il ministero dell'Istruzione ha emanato il decreto che consentirà a oltre 10 mila insegnanti in esubero - senza più una cattedra sulla quale insegnare a causa del megataglio di 87 mila posti operato dalla gestione Gelmini/Tremonti - di acquisire la specializzazione prevista per insegnare agli alunni portatori di handicap ed allontanare lo spettro della mobilità forzosa e del licenziamento.
I docenti in esubero sono attualmente 10.443 e parecchi stanno aderendo alla proposta del ministero di riconvertirsi. Ma è evidente, che l'effetto di tutto ciò determinerà una ulteriore perdita di posti per i docenti a tempo determinato, innescando l'ennesima contrapposizione tra il personale. I precari che lavorano su sostegno, alcuni da anni, sono almeno 40 mila e saranno proprio loro i primi a fare le spese della riconversione dei colleghi in esubero perché il decreto che istituisce i corsi prevede che basterà superare la prova finale del livello base per essere "utilizzati su posto di sostegno".
Basterà, secondo il decreto n.7, seguire 120 ore di corso per entrare in classe e lavorare con gli alunni disabili. I precari, per ottenere la specializzazione su sostegno, hanno seguito corsi di due anni (per 800 ore) mentre ai docenti in esubero ne basteranno appena 120. "I percorsi di riconversione, che si effettueranno in modo affrettato e quindi superficiale, saranno frequentati da docenti, per la maggior parte, demotivati e poco inclini a tale tipo di insegnamento, considerato solo un ripiego per evitare la mobilità forzata o addirittura il licenziamento. Noi , precari di sostegno siamo fantasmi per la scuola, ma fantasmi che hanno lottato per acquisire la propria professionalità, che hanno affrontato anni di studio, che hanno coperto sedi disagiate, che hanno affiancato allievi con le più diverse patologie, che si sono aggiornati a loro spese". Il decreto del Miur salva esuberi del 16 Aprile oltre a colpire 10.000 docenti precari se la prende soprattutto con ventimila alunni diversamente abili. Un colpo di scure al mondo della disabilità e all'insegnamento specializzato per gli alunni in situazione di handicap. Non c'è tregua per i soggetti fragili della scuola italiana e, a dirla tutta, per i cittadini che a vario titolo sono portatori di una forma di svantaggio. La filosofia dei tagli, che non guarda alla qualità dei servizio pubblico, ai bisogni sociali e di salute, alla condizione di povertà che scavalca la soglia delle case degli italiani, ha stufato, fallito miseramente anche gli obiettivi minimi di sviluppo economico e occupazionale.
Il decreto del Ministero dell'istruzione emanato il 16 Aprile vuole risolvere il problema dei 'posti' di lavoro in esubero dei docenti della scuola ma si ritorce contro la categoria dei disabili, mortificata in questi anni dalle politiche sociali e, in maniera radicale, almeno tre volte: prima con lo svuotamento del Fondo Nazionale istituito per aiutare le famiglie; poi con la Legge 8 Novembre 2000 n. 328 che è fallita nell'attuazione dei piani di zona, dove i servizi socio-sanitari avrebbero dovuto integrarsi ma sono rimasti sulla carta; per ultimo l'art.14, commi 1 e 2, della stessa legge che sulle pastoie burocratiche ha impedito ai disabili di sviluppare un minimo progetto di vita autonomo e dignitoso.
Il Decreto del 16 Aprile che ora vuole mettere le pezze agli effetti devastanti della riforma Gelmini colpisce 10 mila posti degli insegnanti specializzati. Il decreto consentirà a oltre 10 mila insegnanti in esubero, che non possono più contare su una cattedra a causa dei tagli-massacro del ministro Gelmini - oltre 87 mila posti - di maturare la specializzazione all'insegnamento agli alunni disabili. Il Ministero dimentica presto, se si comporta come un'appendice del Ministero delle Finanze.
Quella dei docenti specializzati è stata una vita di fatica, risorse personali investite nella formazione, supplenze e gavetta su campo, speranze ed attesa per l'immissione in ruolo. Un esercito che ad ogni modo è riuscito a creare una professionalità, titolata e legittimata dall'esperienza che ha saputo restituire alla scuola, ai disabili ed alle loro famiglie ma anche gli alunni cosiddetti “normodotati” in questi lunghi anni, programmando attività e servizi, e sostituendosi in moltissimi casi, soprattutto in Sicilia, al deserto delle istituzioni. Per questi docenti, una professionalità conquistata pian piano nella diffidenza dei molti colleghi e dei sindacati che si sono limitati ad una visione della professione improntata solo alla mobilità
I precari che lavorano su sostegno in Italia sono più di 40 mila, lavorano a tempo determinato, subiranno gli effetti occupazionali immediatamente dopo la conclusione dei corsi di 420 ore organizzati dalle direzioni scolastiche regionali e dalle università. In realtà con il modulo di base di 120 ore di corso si potrà essere utilizzati su sostegno e lavorare con gli alunni disabili.
Diverse sono state le iniziative dei precari e delle associazioni delle famiglie dei disabili. Nella lettera al Ministro Profumo un gruppo di docenti ha scritto: ''Vogliamo sottolineare che tali corsi generano una disparità di trattamento fra docenti, in quanto il titolo verrà conseguito con modalità diverse rispetto a quelle richieste al personale oggi in servizio, innescando una poco costruttiva 'guerra fra poveri', arrecano un notevole danno agli studenti.'' La mobilità ha sempre un costo in Italia a carico del lavoratore, nel settore pubblico e privato. In questo caso il costo però è altissimo e in termini di diritti lo pagano prima i soggetti disabili poi i docenti precari. La “pseudo” specializzazione di 10.000 docenti che sceglieranno la sede scolastica provocherà uno Tsunami che a cascata colpirà non meno di 40.000 alunni diversamente abili che subiranno il cambio dell’insegnante di sostegno con buona pace della tanto sbandierata continuità didattica. Gli alunni diversamente abili verranno seguiti da personale con scarsissima motivazione, perché si tratta di lavoratori della scuola che provengono da esperienze consolidate ma sempre nell’ambito “curriculare”, affezionati al loro vecchio lavoro, rancorosi verso il ministero che li ha costretti ad una scelta delicatissima ma obbligata a cui non avrebbero mai pensato. Gli altri 10.000, docenti precari specializzati, già per metà fantasmi e per metà vocati al sacrificio professionale, impegnati da anni a spiegare ai colleghi non specializzati che sono docenti assegnati alla classe, che non fanno i tappabuchi, che sono appunto specializzati, dovranno reinventarsi a metà vita (hanno quasi tutti da 35 a cinquant'anni) una professione e rinunziare al diritto al lavoro.
Tutto questo sta avvenendo con l’approvazione dei Sindacati firmatari e sostanzialmente sotto il silenzio dei sindacati autonomi e di base che hanno dato per morti dal punto di vista lavorativo i precari della scuola. Non può bastare qualche timido documento di "preoccupazione" per il provvedimento senza poi dare alcun tipo di seguito costringendo i Docenti Precari di sostegno ad auto-organizzarsi per avviare tutte le iniziative del caso come ad esempio ricorsi sulla legittimità del provvedimento, mobilitazioni e quant'altro. Per questo denunciamo con forza questo ennesimo atto di espulsione di 10.000 lavoratori precari della scuola ma “avvertiamo” tutti i colleghi che si sentiranno per il momento esclusi da questa ennesima mannaia che dopo di noi toccherà a loro dato che fondamentalmente quasi tutti i partiti politici e i sindacati hanno dato prova di non avere a cuore la scuola statale ma soltanto il perseguimento dei propri interessi e la conservazione del proprio potere.

Associazione Sostegno Precari Scuola – Catania





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