Informativa dai docenti di sostegno
Data: Mercoledì, 30 maggio 2012 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
A partire dagli anni 70, si assistette in Italia ad un graduale e storico passaggio dal concetto di inserimento a quello di integrazione degli alunni e degli studenti con disabilità nella scuola statale. La produzione normativa testimonia i diversi passaggi, e le lotte sociali, con i quali si sviluppò un processo inteso a promuovere un percorso di inserimento e di integrazione delle persone con disabilità in ambito scolastico. Tale processo ha avuto come obiettivo quello di dare attuazione ad un “diritto”, ma soprattutto di implementare e migliorare strumenti, metodi e servizi, che possano favorire la partecipazione  sociale e migliorare il rendimento scolastico delle persone con disabilità.
Ma in quest’ultimo periodo, si osserva una involuzione di questa grande vittoria sociale che da sempre era un vanto della scuola italiana in Europa.
Paradossalmente, nell’integrazione di alunni con disabilità nelle scuole statali, si passa da una politica di “qualità dell’Istruzione” ad una politica di “necessità di riconversione”, ovvero da docenti specializzati sul sostegno con corsi universitari (più o meno diversificati negli anni) pagati di tasca propria, riservati a docenti che si iscrivevano VOLONTARIAMENTE ai suddetti corsi, agli attuali corsi di riconversione (direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012) come “necessaria e improrogabile” alternativa al lavoro di personale in esubero, alternativa alla perdita del posto e quindi OBBLIGTORIA.
Riassumendo, per ovviare ai tagli della riforma della scuola, i docenti che sono perdenti posto dovranno OBBLIGATORIAMENTE riconvertire il proprio titolo di studio e diventare improvvisamente docenti specializzati sul sostegno, seguendo un corso GRATUITO, e sicuramente non Universitario (una Convenzione di enti come riportato all’Art.2 comma 1 del suddetto decreto) ed in parte (quasi tutto se si legge l’allegato B “Metodologia di conduzione” che stabilisce una quota di corso del 50% online e “Assenze” con una quota del 10% da recuperare anche questa online) con lezioni non in presenza ma comodamente da casa. A questo si aggiunga la non certa volontà o compatibilità con un insegnamento che, se fatto con professionalità e passione, è sicuramente impegnativo e non standardizzato o di routine come laboratori di fisica, chimica o altro.
Per finire (ma non per questo meno importante), con questo decreto decine di migliaia di docenti specializzati ma precari, con esperienza decennale e che per meglio svolgere il proprio lavoro, hanno continuato negli anni a “formarsi ed informarsi”, vengono “cancellati” dalla loro professione, alla faccia della professionalità, della meritocrazia e continuità didattica.
Ma anche i docenti specializzati di ruolo vengono scavalcati dai “riconvertiti” (sembra una parola medioevale, ma succede oggi!) che toglieranno loro le sedi nelle quali lavoravano con continuità da anni.
Il tutto, senza una parola di scuse non tanto ai docenti, ma agli alunni diversamente abili i quali, nuovamente, diventano i capri espiatori, le vittime sacrificali di una società che nella corsa frenetica non esita a lasciare indietro i più deboli.
Noi come docenti specializzati sul sostegno ci opporremo a questo in tutti i modi, per noi e per loro e speriamo che voi come associazioni vogliate fare altrettanto per cambiare questa brutta pagina della storia sociale italiana.

Prof. Giuseppe Crisà
crisgppe@gmail.com





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