Commissione Pari opportunità regione Veneto: da una ricerca poche le laureate in informatica ma per loro piena occupazione
Data: Mercoledì, 30 maggio 2012 ore 04:00:00 CEST Argomento: Istituzioni
Presentata
ieri a Venezia presso l’Università Ca’ Foscari la ricerca “Donne e Tecnologie
Informatiche” disparità di genere nella scelta degli studi, ma
il mercato del lavoro di fatto premia le donne. Venezia, 29 maggio 2012
– Le donne che scelgono studi di area informatica e tecnologica sono
appena l’1%, in Italia, eppure sono fra le più richieste nel mercato
con una situazione occupazionale che arriva all’80% a tre anni dalla
laurea magistrale, con punte del 100% in Veneto, e che supera nella
stessa area perfino quella maschile ferma al 95%. Anche il reddito del
gentil sesso occupato nel settore delle tecnologie è fra i più alti,
superiore alla media nazionale femminile: il reddito mensile a tre anni
dalla laurea magistrale per le donne che lavorano in questo settore è
di 1.284 euro contro una media nazionale di 1.141 euro, con ancora una
punta al rialzo in Veneto dove il compenso mensile per l’area ICT
(Information and Communication Technology) è di 1.356 euro.
È quanto emerge dallo studio “Donne e tecnologie informatiche” condotto
dal Dipartimento di Scienze ambientali, informatica e statistica
dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e promosso dalla Commissione
Pari opportunità della Regione Veneto, presentato oggi nell’ateneo
veneziano.
A livello nazionale gli immatricolati maschi di area informatica
(2010-2011) sono 12.657, le femmine 2.889, in Veneto 782 uomini e 144
donne. La disparità di genere permane dunque in ingresso, cioè nella
scelta degli studi (l’area scientifica nel suo complesso vede una forte
prevalenza di immatricolazioni maschili anche se in Italia considerando
tutte le discipline risultano più universitarie che universitari), ma
non in uscita: alla prova occupazionale le donne che lavorano in ambito
tecnologico raggiungono migliori risultati rispetto alle colleghe
inserite in altre professioni e in qualche caso anche rispetto ai
colleghi maschi.
«Dalla ricerca emerge evidente come la disparità di genere si verifichi
in ingresso, ossia al momento delle iscrizioni all’Università: le donne
che scelgono gli studi informatici sono, infatti, ancora una piccola
minoranza rispetto agli uomini, ma non lo sono in uscita» sottolinea
Agostino Cortesi, docente di Ca’ Foscari che ha guidato il gruppo di
ricerca. «Questa disparità si può però ridurre intervenendo con
maggiore efficacia nell’orientamento alla scelta del percorso
universitario e smentendo stereotipi di tipo culturale secondo i quali
questo tipo di studi non sono adatti alle donne. Il tema è peraltro di
grande attualità: ridurre il gender gap in un’area strategica come
quella delle ICT può costituire una grande opportunità di crescita, sia
sociale che economica, sulla quale in momenti di grande incertezza e
ripensamento come quelli che viviamo vale la pena di investire con
decisione».
L’importanza strategica di intervenire sulla fase di orientamento agli
studi è evidenziata anche da Simonetta Tregnago, presidente della
Commissione regionale Pari opportunità, che afferma: «Alla luce di
quanto emerge dai dati occupazionali analizzati dall’indagine, le
ragazze che si trovano ad affrontare una scelta così rilevante per il
proprio futuro come quella universitaria andrebbero incoraggiate a
iscriversi ad aree scientifiche e informatiche. Le tecnologie
informatiche e il mondo del web racchiudono un forte potenziale di
trasformazione in termini di occupazione e di empowerment per le
donne». «Tra gli obiettivi di questo lavoro – continua -, anche quello
di stimolare un dibattito tecnico e culturale per superare i pregiudizi
che considerano il settore delle ICT prettamente maschile».
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