I figli della Rete: come deve cambiare la scuola dei «nativi digitali» di Mark Prensky
Data: Lunedì, 28 maggio 2012 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Marc Prensky noto scrittore americano, oratore di fama internazionale, scrittore e innovatore nel campo dell'istruzione e dell’apprendimento, è meglio conosciuto come l'inventore e divulgatore del nuovo termine di "nativo digitale". L’articolo recente sull’Unità di Marc Prensky  parla del fatto che il contesto sociale e tecnologico intorno a noi sta cambiando ed è necessario preparare i nostri studenti alle sfide del futuro. Occorre che tutti si adattino. Nessuno ama il cambiamento - tutti vi opponiamo resistenza, ma ogniqualvolta che l'ambiente/ contesto intorno a noi cambia - che sia a livello personale, lavorativo, culturale, sociale, politico o tecnologico - sappiamo sempre in che modo adattarci. L’essere umano è bravo in questo, nell’adattarsi ai nuovi ambienti. Oggi l'ambiente/ contesto in cui si sviluppano l’istruzione e l'educazione è profondamente cambiato. E continuerà a cambiare sempre più velocemente e occorre che tutti vi si adattino. Il nostro problema non riguarda il cambiamento dei «verbi» sottintesi - le abilità - dell'istruzione. Pensare criticamente, comunicare, comprendere, persuadere rimangono tra le abilità, insieme a tante altre, che vogliamo che i nostri studenti apprendano. Ma al giorno d'oggi, i migliori strumenti a disposizione che aiutano le persone nell'apprendimento stanno cambiando in maniera estremamente rapida. I libri si stanno trasformando in ebooks, le lavagne di ardesia in lavagne interattive multimediali (Lim). Lo scrivere sulla carta sta cedendo il passo allo scrivere sul computer, per poi pubblicare nel ciberspazio. Le calcolatrici si stanno trasformando in computer, laptop, tablet e iPhone. Più di un milione di app sono ora disponibili nelle tasche dei bambini. Questi cambiamenti continueranno a susseguirsi nelle nostre vite e in quelle dei giovani. Il nuovo ambiente educativo è così diverso dal passato che chiede a gran voce che tutti - insegnanti, studenti, genitori e politici - vi si adattino. Importanti abilità che ci sono state insegnate come il saper scrivere lettere, temi e saggi diventeranno sempre meno utili nel confronto con altre abilità quali: il saper lavorare in una comunità online, il fare o l'apparire in video, il programmare i nostri incredibilmente potenti computer. Anche nel caso in cui si potesse continuare ad insegnare con i «vecchi» metodi (del XIX e XX secolo) - sebbene tutti noi sappiamo che non può essere così  - ciò non sarebbe comunque sufficiente. Lascerebbe gli alunni a mani nude contro le sfide del futuro. C’è bisogno di un nuovo modello di istruzione, orientato nel XXI secolo, basato sui nuovi strumenti. Sì, il nostro passato, le nostre tradizioni sono importanti. E tutti noi dovremmo mostrare rispetto verso il passato - ma questo non significa doverci vivere all'interno. È nostra responsabilità preparare fornendo agli alunni tutte le abilità e gli strumenti di cui avranno bisogno per sopravvivere e crescere nel futuro che gli si prospetta. La questione è quanto i metodi educativi attuali siano in grado di preparare al futuro. La risposta è «non abbastanza». Preparare i nostri studenti al futuro richiede un adattamento da parte di tutti - insegnanti, studenti, genitori e politici - anche se ciò è difficile o lontano dalle nostre preferenze. E non è unicamente per il bene dei giovani, ma anche per il bene del Paese e, nel lungo periodo, della nostra civiltà.
L’Unità
Marc Prensky







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