Spending review, la settimana decisiva Giarda: 100 miliardi da tagliare subito
Data: Domenica, 27 maggio 2012 ore 18:05:04 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il ministro: «Nessun resistenza nel governo, nel medio termine altri 200 miliardi da aggredire». ROMA «La massa di spesa che oggi è sotto attenzione ammonta a circa un centinaio di miliardi di euro diviso tra Stato, Enti previdenziali, Regioni ed Enti locali. Ed è la parte di spesa valutata come aggredibile nel breve periodo». Il ministro Giarda sceglie i microfoni di Radio Vaticana per fare il punto sui lavori della spending review: 100 miliardi, a tanto ammonta la cifra che il governo può risparmiare subito rivedendo la spesa pubblica. Altri 200, invece, si possono tagliare nel medio termine. Giarda ha spiegato che la ricerca di «risparmi e tagli agli sprechi riguarda l’intero settore pubblico dallo Stato al più piccolo dei comuni» poiché «l’intero paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni economiche. Non ci sono posti o sezioni - ha sottolineato - in cui ci siano sprechi maggiori». Nega divisioni tra i ministri, il titolare dei Rapporti col Parlamento. Anzi, tutti i membri del governo stanno preparando «dei progetti di ristrutturazione delle loro attività». L’obiettivo è quello di ridurre le tasse dei cittadini e di «emettere qualche titolo di debito in meno». Il testo del provvedimento di spending review dovrebbe vedere la luce in questa settimana. Il decreto che ne stabilisce tempi e modalità (ora all’esame del Senato) prevede infatti che entro fine mese i singoli dicasteri elaborino un proprio piano di tagli per dar modo al commissario Enrico Bondi di intervenire. Ma le attese sulla revisione della spesa pubblica vanno ben oltre: molte le sollecitazioni a reperire più risorse, non solo per evitare l’aumento della pressione fiscale, ma anche per dare nuovo ossigeno all’economia favorendo la crescita. Obiettivo, quello della crescita, peraltro messo dal Governo al primo punto dell’agenda. Sia sul fronte interno sul quale continuano gli interventi, sia su quello europeo con il tentativo di allentare l’eccesso di rigore sui bilanci. Ma l’impegno è ormai preso e l’azzeramento del deficit (o quasi, si parla di un “close to balance” dello 0,5% nel 2013) ci dovrà essere l’anno prossimo anche se c’è da tener conto dell’evoluzione della situazione greca che potrebbe modificare, e non poco, gli scenari.

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