La strage di Brindisi. Quarantacinque anni, brizzolato e miope così cambia l'identikit dell'attentatore
Data: Domenica, 27 maggio 2012 ore 13:42:05 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Un paziente lavoro affidato agli uomini della Scientifica, ha ripulito uno per uno i fotogrammi che ritraggono l'uomo che preme il telecomando, restituendo un ritratto dell'attentatore differente da quello emerso nelle prime ore.
Non è anziano, non ha alcuna menomazione, si muove su passi sicuri. Ed ha agito con la collaborazione di un complice. Quella che fino a ieri era soltanto una ipotesi prende consistenza, e si fa certezza, grazie ai dettagli messi insieme con la collaborazione di oltre centocinquanta potenziali testimoni ascoltati dal pubblico ministero Milto De Nozza.
La precisione dell'identikit non aiuta a stanare il killer che, una settimana dopo l'attentato alla Morvillo-Falcone, ha un volto ma non ancora un nome. Nessuno lo ha riconosciuto. Non è nemmeno l'uomo identificato e portato ieri pomeriggio in questura alle 14,30. Si trovava al ciglio della strada prima della partenza del corteo in ricordo di Melissa, colpevole soltanto di una vaga somiglianza con l'attentatore.
Gli investigatori stanno tentando di ricostruire, istante per istante, la scena apparsa di fronte agli occhi dell'assassino. La stessa che si è ripetuta ieri mattina in via Galanti, una settimana dopo l'attentato che ha fatto scempio della vita di Melissa
Bassi. I cancelli dell'istituto professionale si sono riaperti puntuali alle sette. E' l'ora in cui Marcello, il custode della scuola, infila le chiavi nella toppa. Quando il custode apre l'assassino sicuramente ha già piazzato sul lato sinistro del cancello, sotto un cartellone pubblicitario sei per sei, il cassonetto blu contenente le tre bombole di gas che esploderanno esattamente alle sette e quarantacinque minuti. Un ordigno dal peso complessivo di circa cento chili, composto da gas propano liquido probabilmente miscelato a esplosivo, ha bisogno di tempo e di almeno un complice per essere collocato in fretta, al riparo dallo sguardo di testimoni scomodi.
Quando il primo fotogramma riprende il killer, l'operazione è certamente già compiuta. L'uomo è sul lato destro del chiosco, muove qualche passo, si guarda intorno, fissa il cassonetto e aspetta.
Nessuno sa ancora dire quale sia l'ora esatta in cui ha piazzato la bomba. Le prime studentesse arrivano alle 7,20. Il killer sicuramente se ne accorge. Il pullman della Società trasporti pubblici viene da Erchie, e arriva a Brindisi dopo avere fatto tappa a Torre Santa Susanna e Mesagne. Cinque minuti dopo le ragazze arriva da Francavilla Fontana anche Mimino Nardelli, il bidello, volto amico degli studenti che sette giorni dopo, ancora non riesce a parlare.
E' stato il primo ad accorgersi del cassonetto piazzato di fronte alla scuola, senza farci troppo caso.
Il killer osserva l'andirivieni, di studenti, gente del quartiere, personale della scuola e auto in transito, ma per qualche ragione il momento di entrare in azione non è ancora arrivato. Prima che la bomba esploda altri quattro pullman arrivano da tutti i paesi della provincia, fermandosi sull'asse stradale che incrocia la via della scuola, viale Palmiro Togliatti. Quando Melissa Bassi, le sorelle Veronica e Vanessa, Sabrina, Selena, Nicoletta e Azzurra arrivano di fronte all'uscio della scuola, per qualche insondabile ragione il killer decide che il momento giusto è arrivato. L'uomo col telecomando preme il pulsante.







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