Gli studenti, tra la carta e l'ebook
Data: Giovedì, 24 maggio 2012 ore 21:50:25 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Accettare l'innovazione è fondamentale, ma ancora pochi ragazzi hanno familiarità con lo studio sui libri digitali. TORINO - «Non riesco a studiarlo al computer», mi diceva uno dei nostri studenti proprio ieri sera. Il libro di testo è diventato irreperibile, come spesso accade ai libri carta. L'altra opzione era l'ebook. «Al limite me lo stampo», ha concluso il ragazzo, «o faccio una sintesi e me lo studio su carta». Non è un caso raro. Tra miei studenti di quest'anno (diverse decine), solo in pochi hanno familiarità con l'ebook. Ed è una familiarità dovuta soprattutto al fatto che docenti di altri corsi hanno inserito ebook tra i libri di studio. Ma non è neanche un dato poi allarmante, visto che è necessario del tempo per superare una curva di apprendimento. Per creare nuove abitudini di studio. Ma soprattutto la lettura degli ebook, e tanto più se bisogna studiarli, è legata moltissimo al possesso del dispositivo. Senza un ereader (o almeno un tablet) viene meno la cosiddetta "lettura lean back", quel tipo di lettura che associamo alla carta e non allo schermo di un computer. E difficilmente gli studenti posseggono ancora uno di questi dispositivi. Nè le università li forniscono su una scala sufficiente a invertire la tendenza. D'altro canto, si tratta un fattore fondamentale per far accettare ai ragazzi l'innovazione. I lettori che sono passati al digitale lo hanno fatto nella maggior parte dei casi dopo aver testato l'esperienza di lettura (e di acquisto) attraverso i nuovi dispositivi. Così non stupisce che i dati diffusi da una ricerca dell'AIE confermino l'impressione empirica.
«Leggono e studiano su libri carta», dice lo studio, «hanno pc e dotazioni tecnologiche ma le usano per socializzare più che per studiare o per leggere: ecco i ragazzi di oggi, i manager di domani». E la spiegazione dell'ancoraggio alla carta è tutta nella loro dotazione tecnologica: «tutti (il 99,5%) hanno e usano il pc. La metà (circa) utilizza uno smartphone (è il 48,9% degli intervistati). Solo uno su dieci invece ha un tablet (è il 13,5%) o un e-reader (è l’11,5%)». Il titolo, se vuoi approfondire, è: Passare la notte a studiare sugli eBook? No grazie, ancora sui libri di carta. In una prospettiva generale, comunque, non si tratta nemmeno di numeri poi così negativi. Vista l'attuale dimensione del mercato del libro digitale, come notano a Pianetaebook, «è davvero un dato da buttar via che uno studente su 5 studi da eBook? Da non tralasciare, inoltre, il fatto che il 31% affianchi al cartaceo i testi reperiti online, e che quasi il 60% utilizzi materiali messi a disposizione dai docenti in formato digitale». Come sempre accade in questi grandi processi di trasformazione, occorre del tempo e bisogna lavorare sul futuro. Ma l'accettazione delle innovazioni, normalmente, passa anche per la costruzione di una nuova prospettiva culturale. Così è molto interessante osservare i risultati del concorso -lanciato sempre dall'AIE- che chiedeva agli studenti di coniare uno slogan. E alcuni di questi comunicano davvero bene. Come quello di Christian Rossi («E-book: sapere solido in cristalli liquidi»). O come quello di Marco Tomolillo: «Sapere senza pesare».
Il mio preferito, però, è quello di Elisabetta Carpenzano: «Questi libri non fanno una piega».
Giuseppe Granieri
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