Sprechi, lo sfogo dei 40 mila - Boom di segnalazioni online al governo. Gli italiani attaccano auto blu e stipendi dei politici
Data: Domenica, 06 maggio 2012 ore 06:06:26 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA - Hanno «espresso un parere» più di quarantamila italiani: 18.820 mercoledì (uno ogni quattro secondi), altri 21.540 ieri, più o meno uno al secondo. La pagina segnala-il-tuo-spreco voluta da Palazzo Chigi ha fatto il boom. Cosa ci sia fra quelle quarantamila segnalazioni, a Palazzo Chigi non hanno l’autorizzazione a dirlo. L’Autorità per la Privacy ha immediatamente scritto al governo per diffidarlo dal diffondere dati sensibili. Però - racconta chi quei dati li ha già scorsi - i temi ricorrenti sono due: le auto blu e gli stipendi dei parlamentari. Più che una raccolta di segnalazioni, un enorme sfogatoio contro gli abusi dello Stato e per i sentimenti dell’antipolitica. Il compito ingrato di spulciare fra quelle quarantamila mail per ora spetta a otto funzionari di Palazzo Chigi. Si chiama ufficio «dialogo con il cittadino». Se le segnalazioni proseguiranno a questi ritmi, ci vorranno i rinforzi: ad affiancare gli otto malcapitati potrebbero essere alcuni dei dipendenti del ministero di Giarda. L’unico caso reso pubblico per esplicita volontà di chi l’ha postato - riguarda una statua che dovrebbe abbellire il palazzo di Giustizia di Treviso. Centottantaseimila euro regolarmente finanziati dal ministero della Giustizia per un marmo che attende di essere posato da vent’anni. Fin qui, un classico caso di spreco. Ma c’è il paradosso kafkiano: una legge del 1949 dice che finché la statua non verrà sistemata sul suo trespolo, il Palazzo di Giustizia aperto da anni - non può essere collaudato. La lista civica di centrosinistra racconta che il Comune - al quale sono affidati quei fondi - ha tentato di convincere il ministero a destinare le risorse ad altro. Nulla da fare: o la statua o nulla. Il caso sembra fatto apposta per assolvere Comuni ed enti locali, che invece sono in larga parte responsabili degli sprechi dei quali il commissario agli sprechi Enrico Bondi promette di occuparsi. Nella relazione presentata lunedì scorso al governo il ministro delegato alla spending review, Piero Giarda, ha segnalato l’«anomalia del finanziamento degli enti locali». Dei 240 miliardi che nel complesso spendono, solo cento sono frutto di tributi propri. Il resto (140 miliardi) sono risorse che Comuni, Province, Regioni spendono senza risponderne di fronte ai cittadini. Bondi, con raro ottimismo della volontà, si è già messo al lavoro per mettere a punto il piano di risparmi. Ieri ha visto il vice all’Economia Vittorio Grilli, il quale gli ha consegnato un piano dell’Agenzia del Demanio per risparmiare sugli affitti pagati dallo Stato sulla locazione di edifici da privati: solo per questa voce, di qui al 2015, si potrebbe risparmiare 43 milioni di euro. In tutto gli immobili affittati da privati sono 10.108, e costano all’Erario più di un miliardo l’anno. Rispetto alle prime dichiarazioni Giarda, ha cambiato passo: l’operazione di revisione della spesa «riguarda almeno 300 miliardi di euro», un quinto del prodotto interno lordo, ma benché sia difficile portarla avanti occorre farlo perché «è di ostacolo alla ripresa dell’economia». A partire dagli anni Ottanta la pubblica amministrazione ha accumulato inefficienze: se non fosse accaduto - calcola Giarda - oggi lo Stato costerebbe 73 miliardi di meno. Ora bisogna «concentrare gli sforzi per alleggerire il prelievo fiscale». Nel breve periodo la possibilità che ciò avvenga è pari a zero: di qui alla fine dell’anno occorre risparmiare 13 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva di quattro punti percentuali.
Alessandro Barbera
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