Lettere in redazione
Nella bozza di provvedimento sulla spending review redatto dal
Consiglio dei Ministri per il taglio degli sprechi, al punto “m.”
dispone la: “proposizione di
impugnazioni avverso sentenze di primo grado che riconoscano
miglioramenti economici e progressioni di carriera per dipendenti
pubblici, onde evitare che le stesse passino in giudicato”.
Traduzione in linguaggio corrente: “se la sentenza di 1° grado desse
ragione ai ricorrenti (dipendenti pubblici) riconoscendo il loro
diritto a miglioramenti economici e progressioni di carriera le pubbliche amministrazioni sono
tenute ad impugnare la sentenza al fine di guadagnare tempo andando in
appello e di evitare che la stessa sentenza passi in giudicato”.
Tanto, i costi conseguenti all’impugnazione, nel caso questa venisse
respinta dal Tribunale di 2° grado per vie della motivazioni
scarsamente consistenti, graverebbero comunque su i contribuenti.
Che bella stagione politica: si
fa cassa con tutti i mezzi anche negando, a coloro che lavorano,
l’esercizio dei diritti che dovessero, eventualmente, essere
riconosciuti dal Tribunale.
E che bella stagione sindacale:
alla mia provocazione di poche settimane fa, gentilmente ospitata da
questo sito, “SCATTI
STIPENDIALI: il silenzio assordante dei sindacati” , non ha
replicato nessun sindacato segno che l’epilogo di questa faccenda
testimonia l’inerzia e l’impotenza dei sindacati stessi, stante anche
il fatto che nel cedolino di Aprile non v’è traccia degli scatti
dovuti. Le diverse sigle sindacali avrebbero potuto dare vita ad una
campagna d’opinione visto che non esitano a riempire le pagine del web
con proclami e dichiarazioni in merito alle più disparate questioni del
mondo dell’istruzione; invece su questo tema il silenzio
assoluto.
Eppure anche i magistrati hanno fatto ricorso alla Giustizia per farsi
riconoscere gli aumenti stipendiali, tant’è che alcuni tribunali
investiti della questione hanno rimesso alla Consulta la legge che li
blocca sollevando questione di incostituzionalità. Mi chiedo: se gli
scatti stipendiali maturati nel 2010 sono stati conferiti agli aventi
diritto mentre a coloro che li maturavano alla fine del 2011 non è
stato corrisposto nulla, non si configura una disparità di trattamento?
Temo che anche questa volta le mie domande non troveranno nessuno
disposto a rispondere; e d’altronde che risposta mi si potrebbe dare
senza mostrare le contraddizioni palesi sia dei soggetti istituzionali,
che avevano assicurato l’immediata soluzione tecnica a tutt’oggi non
trovata, che da parte delle rappresentanze di categoria, che non
forzano più di tanto le azioni rivendicative per non vedersi escludere
dai tavoli della finta CONCERTAZIONE, che andrebbe invece chiamata
OBBEDIENZA.
P.S. Al seguente link del sito ANIEF si possono
trovare le indicazioni di incostituzionalità della legge che blocca gli
scatti stipendiali:
http://www.anief.org/content_pages.php?pag=3177&sid=
Salvo Di Paola
salvo.dipaola@tin.it