La prima riguarda lo snellimento della struttura centrale che, nel concreto, significherebbe:
■utilizzo dei sistemi informatici,
■riduzione dal 2014 del 50% di spese per fitti passivi e gestione immobili (con questa misura già nel 2013 si avrebbe una riduzione del 10% della spesa),
■riduzione organici dirigenziali e riconversione profili.
Altra idea su cui il governo vorrebbe lavorare è la “riorganizzazione della struttura territoriale con riduzione delle articolazioni provinciali e trasferimento di funzioni”.
Questo significa chiudere gli uffici scolastici provinciali trasferendone in toto o in parte le funzioni ad altri uffici (non si sa se alle scuole o agli Usr).
Allo studio ci sono anche misure relative al personale della scuola. La prima viene definita come “razionalizzazione distacchi e comandi personale” e nel concreto dovrebbe voler dire una ulteriore sforbiciata ai distacchi in corso (poche migliaia, compresi gli esoneri sindacali).
Un’ultima ipotesi, la più dolorosa, riguarda il “riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni” che tradotto in parole più comprensibili significherebbe un ulteriore sforbiciata alle spese nella direzione indicata dall’articolo 64 della legge 133 del 2008 o meglio conosciuta come legge “ammazza precari”.
Antonio Curci