Dopo la presentazione dell’organico delle scuole in Sicilia, alla Regione resta solo da vergognarsi per le decisioni sul dimensionamento!
Data: Sabato, 28 aprile 2012 ore 12:40:02 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Un bel “successo” del governatore Lombardo, dell’Assessore alla P.I. ed alla F.P. Mario Centorrino e di tutto il suo staff con il testa di Dirigente Generale, Ludovico Albert, ed i suoi più stretti collaboratori di via Ausonia che al Tavolo tecnico sul dimensionamento quasi fino all’ultimo minuto hanno strombazzato la quasi la certezza di poter far valere al MIUR presunte ragioni autonomistiche della Regione Sicilia discendenti dalla legge n. 6/2000 anche nella gestione dei Ds e Dsga che, guarda caso, sono dipendenti dello Stato!
Adesso che siamo alla resa dei conti e prossimi alla lunga e tormentata stagione della mobilità con correlato soprannumero e spostamenti coatti di sede, è doveroso e legittimo tornare a chiedere su quale fondatezza l’Assessorato Regionale Istruzione Sicilia non ha accolto la pressante osservazione di chi scrive questa nota e di altri che, pur riconoscendo il diritto ad operare in Sicilia ai sensi della Legge n. 6/2000, fecero notare da subito nel corso delle riunioni-spettacolo con cento e uno partecipanti, alcuni dei quali rappresentanti solo se stessi, mentre ancora il Tavolo tecnico non era operativo, che nell’anno in cui si espletavano ben 2 concorsi per Ds (a quella data si dava quasi per scontata la conclusione delle procedure concorsuali entro il 31 agosto prossimo!) sarebbe stato più giusto, più equo, più intelligente e più concreto costruire istituzioni scolastiche over 600 alunni per salvaguardare i posti di Ds e Dsga, attraverso la fusione di scuolette ora decapitate, piuttosto che assicurare mere reggenze.
Ci fu pure qualche mediocre partecipante di turno che, dopo il mio intervento, disse in giro che ero contro i Dirigenti Scolastici perché non volevo farli guadagnare con le reggenze, piuttosto che riconoscere che mantenere “autonome” le scuole senza Ds e Dsga titolari era solo una porcata! Per dirla meglio: una esposizione (perdente) della Regione Sicilia nei confronti dello Stato (che detta regole per il suo personale) a tutto scapito della qualità del servizio scolastico isolano. In breve, il fallimento politico del Governatore, dell’Assessore Mario Centorrino e del Dirigente Generale dell’Assessorato, Ludovico Albert, nella vicenda dimensionamento della rete scolastica siciliana.
Nel corso delle riunioni preliminari proprio il sottoscritto aveva anche presentato all’Amministrazione anche un syllabus che se fosse stato adottato avrebbe evitato fraintendimenti, confusioni, quando non bizantinismi ed equilibrismi linguistici (giocando tra riorganizzazione / fusione / aggregazione / accorpamento, ecc.) per portare avanti una tesi piuttosto che un’altra nella “stanza dei bottoni” per i ritocchi pesanti (definiti “limitate variazioni”) sulle decisioni concordate al Tavolo tecnico, poi anche con l’errata corrige ed infine attraverso un ulteriore provvedimento per riaggiustare, o peggiorare, cose già decise. Il tutto sempre in nome di interessi di bottega spacciati in politichese per “aspettative legittime del territorio” (sic!) espresse a posteriori “dai soggetti istituzionali, culturali, del mondo della produzione, formativi ed occupazionali, espressioni di specificità territoriali e delle loro affinità culturali e delle tradizioni locali”.
Poco importa anche che il Dirigente Generale, Ludovico Albert, dopo la figuraccia della Regione al MIUR, in fase di riunione finale del Tavolo tecnico per “sanare” gli ultimi papocchi, a fronte delle doglianze dello scrivente e di alcuni rappresentanti istituzionali presenti all’incontro, abbia tenuto a sottolineare che se i componenti del Tavolo avevano doglianze da avanzare era opportuno che lo facessero in sede politica, perché dopo tutto lui non c’entrava affatto, perché sul dimensionamento della rete scolastica nell’Isola aveva operato come “tecnico”, pretendendo con questa definizione di assicurarsi una verginità posticcia senza riconoscere che nella fattispecie, aveva rinunciato ad una vision di sistema doverosa per il suo ruolo di Dirigente Generale, forse perché troppo preso dalle questioni della F.P. a cui pare tenga molto, anzi moltissimo; certamente più della Pubblica Istruzione.  
In attesa di ricevere le dovute smentite torno a chiedere all’Amministrazione regionale:
1 – Perché l’Assessorato P.I. ha millantato certezze nel confronto interistituzionale con il MIUR in ordine alla sopravvivenza delle presidenze con -600/-400 alunni?
2 – Perché la stessa Amministrazione non ha fatto sapere formalmente dell’esito fallimentare degli incontri romani (quali e con chi?) in cui qualcuno avrebbe ricordato che il personale è dello Stato e non della Regione?
3 – Perché alla luce di tanto insuccesso politico, visto che di ritocchi se non sono fatti tanti fino all’ultimo, non si sono sanate le criticità più evidenti allo scopo di ridurre il danno istituzionale di quest’anno e rendere meno pesante il prossimo dimensionamento della rete scolastica che, salvo il miracolo della sentenza favorevole della Suprema Corte, impatterà gioco forza con i numeri statali?

Ninni Bonacasa  







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