I 5 sindacati dei dirigenti scolastici chiedono urgente incontro al Ministro Profumo sulla dirigenza
Data: Venerd́, 27 aprile 2012 ore 21:44:32 CEST
Argomento: Sindacati


I piani di riorganizzazione della rete scolastica realizzati in Italia hanno ridotto le
autonomie scolastiche di oltre 1000 unità e costituito, accanto a scuole di grandi dimensioni
(nell’ordine dei 2.000 alunni), anche centinaia di scuole autonome sottodimensionate che,
per effetto delle leggi 111/2011 e 183/2011, saranno prive di un dirigente e di un direttore
dei servizi assegnati in via esclusiva alla stessa istituzione.
Alla diminuzione di quasi 2000 dirigenze scolastiche rispetto alle attuali 10.000 non
corrisponde la diminuzione dei punti di erogazione del servizio di istruzione o del personale
docente ed ATA o degli alunni.
I piani di riorganizzazione della rete scolastica hanno coinvolto migliaia di istituzioni
scolastiche complicando notevolmente la gestione delle risorse professionali, finanziarie e
strumentali che debbono essere riorganizzate in tempi brevi e in presenza di un processo di
cambiamento ordinamentale ancora in corso.
E’ in questo contesto che i dirigenti dovranno garantire comunque l’efficacia e
l’efficienza dell’organizzazione e la funzionalità dei servizi.
Conseguentemente si aggraveranno i carichi di lavoro, le condizioni di esercizio delle
funzioni e le responsabilità per migliaia di dirigenti scolastici.
Tutto questo avverrà in un quadro di diminuzione delle risorse professionali utilizzabili per
collaborare con il dirigente, per effetto delle riduzioni dei parametri per l’attribuzione alle
scuole degli esoneri e dei semiesoneri, ed in presenza del taglio della retribuzione dei
collaboratori del dirigente scolastico generato dalle inaccettabili decisioni
dell’Amministrazione che hanno determinato un diffuso contenzioso.
E’ paradossale che, a fronte di un notevole aumento del lavoro e di una diminuzione
di coloro che lo svolgono, la retribuzione complessiva dei dirigenti scolastici, come peraltro
di tutti i pubblici dipendenti, diminuisca per effetto dei recenti interventi legislativi.
Il mancato rinnovo del contratto di lavoro fino al 31 dicembre 2014 e il blocco delle
retribuzioni stabilito dalla legge 122/2010 impediscono di riconoscere sul piano normativo e
retributivo l’aumento di responsabilità e complessità dei compiti dei dirigenti scolastici.
L’intero risparmio derivante dal dimensionamento della rete scolastica in attuazione della
legge 133/2008 non ha determinato alcun aumento delle risorse per la retribuzione dei
dirigenti e perfino la RIA dei pensionati, che per una scelta contrattuale doveva restare nella
disponibilità del fondo per la retribuzione di posizione e di risultato, rischia di trasformarsi
in una somma interamente introitata dallo Stato.
Tale situazione aggrava ulteriormente la profonda ingiustizia della mancata
equiparazione delle retribuzioni dei dirigenti scolastici a quelle degli altri dirigenti statali di
seconda fascia, da anni promessa da Governi e Parlamento, e accentua gli effetti
dell’inaccettabile e incostituzionale differenziazione retributiva all’interno della categoria.
Per di più i dirigenti vincitori del concorso ordinario sono privi della retribuzione di
anzianità e percepiscono una retribuzione inferiore a quella dei loro colleghi, pur svolgendo
lo stesso lavoro.
La soluzione dei problemi segnalati non può essere ulteriormente rinviata, ma anzi
deve essere affrontata con urgenza al fine di individuare una applicazione non restrittiva
delle norme attuali e le modifiche alla normativa vigente necessarie ad adeguarla al riordino
della rete scolastica ed alle conseguenti mutate esigenze dei dirigenti.





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