Il patto di corresponsabilità educativa, va personalizzato a misura del singolo ragazzo
Data: Domenica, 22 aprile 2012 ore 17:59:52 CEST Argomento: Opinioni
Il Patto di
corresponsabilità educativa rappresenta uno cambiamento profondo nel
rapporto tra le scuole e le famiglie. Purtroppo la valenza
innovativa non viene sempre percepita e si tende ad attuarlo secondo le
tradizionali procedure della burocrazia di una istituzione che, da
sempre, si ritiene sovra - ordinata rispetto ai cittadini – utenti, con
l’autorità di stabilire “di sua iniziativa e a priori” il bisogno dei
ragazzi, senza un’effettiva possibilità per le famiglie di “concordare
gli interventi educativi” da svolgere in modo coerente e integrato sia
a scuola che a casa.
Al contrario, il patto, per essere tale, implica il consenso e la
condivisione di quanto pattuito da parte dei singoli firmatari:
docente, studente e genitore. La normativa richiede espressamente “la
sottoscrizione dei genitori e degli studenti del Patto, finalizzato a
definire in maniera dettagliata e condivisa i diritti e i doveri nel
rapporto tra istituzione scolastica, studenti e famiglie” (art. 3 del
DPR 235 – 2007).
Per altro, come si potrebbe considerare patto un documento sottoscritto
obbligatoriamente? Oppure che senso avrebbe la sottoscrizione nominale,
se fosse semplicemente una disposizione d’autorità, a cui la famiglia
non può che sottostare?
Con il patto l’autonomia funzionale della singola scuola si realizza in
un “rapporto contrattuale” che d’ora in poi richiede l’adesione
convinta dei contraenti: docenti, studenti e genitori.
Nel dialogo e nel confronto vanno individuati insieme i problemi,
definiti gli interventi che ognuno si impegna ad adempiere, utilizzando
un linguaggio comprensibile e inequivocabile e prevedendo precisi
momenti di verifica dell’osservanza di quanto pattuito.
I contenuti del patto possono riguardare i valori educativi da
perseguire attraverso azioni condivise e controllabili, le modalità di
una reciproca e corretta informazione, la qualità delle relazioni tra
adulti e con i minori, fino agli aspetti organizzativi della vita
scolastica e familiare.
Tutto questo, trova però, un alibi per la conclamata impraticabilità di
quanto è previsto dalla normativa. Si dice che non è possibile definire
tanti patti quanti sono i ragazzi e che sia più realistico definire un
patto uguale per tutti da distribuire, per la firma, ai genitori ed
agli studenti.
In questo modo si svilisce il senso della sottoscrizione individuale e
non ci si fa carico di rendere efficace la “rivoluzionaria innovazione
giuridica del patto”. In molte scuole il patto viene ridotta
all’adeguarsi delle famiglie a quanto deciso dalla scuola, in un
rapporto non reciproco e paritario, ma ancora una volta sbilanciato e
alla fine inefficace, come capita ogni volta che si tende a costringere
e non a convincere la libera volontà dei cittadini. Così succede che si
perde tempo e denaro dello stilare e far firmare patti inefficaci,
ingolfando inutilmente gli armadi delle scuole.
Per evitare il moltiplicarsi degli adempimenti formali e inutili delle
scuola si potrebbe collegare strettamente il Patto di corresponsabilità
educativa alla scheda di valutazione dello studente. In occasione della
compilazione delle schede personali, si potrebbe definire il “patto di
corresponsabilità educativa conseguente” che individui gli impegni di
studente, genitore e docenti per migliorare i risultati educativi e
culturali dell’allievo.
In questo modo il Patto definito nel Consiglio di Istituto e valido per
tutta la scuola, potrebbe essere dettagliato a livello di consiglio di
classe e infine personalizzato a misura del singolo studente.
Durante le valutazioni periodiche si potrebbe aggiornare anche il
patto, individuando i miglioramenti e le inadempienze, in un
atteggiamento costruttivo da parte di tutti gli attori, in favore di
una valutazione non sanzionatoria ma migliorativa dell’esperienza
educativa sia delle scuole che delle famiglie.
Il Patto può segnare effettivamente una discontinuità positiva, non
solo a livello giuridico, ma anche nelle relazioni quotidiane tra le
componenti scolastiche, che si riconoscono nelle specifiche competenze
e sono coinvolte nel concretizzare il miglioramento continuo della loro
esperienza scolastica.
Giuseppe Richiedei
http://giusepperichiedei.blogspot.com
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