Il patto di corresponsabilità educativa, va personalizzato a misura del singolo ragazzo
Data: Domenica, 22 aprile 2012 ore 17:59:52 CEST
Argomento: Opinioni


Giuseppe RichiedeiIl Patto di corresponsabilità educativa rappresenta uno cambiamento profondo nel rapporto tra le scuole e  le famiglie. Purtroppo la valenza innovativa non viene sempre percepita e si tende ad attuarlo secondo le tradizionali procedure della burocrazia di una istituzione che, da sempre, si ritiene sovra - ordinata rispetto ai cittadini – utenti, con l’autorità di stabilire “di sua iniziativa e a priori” il bisogno dei ragazzi, senza un’effettiva possibilità per le famiglie di “concordare gli interventi educativi” da svolgere in modo coerente e integrato sia a scuola che a casa.
Al contrario, il patto, per essere tale, implica  il consenso e la condivisione di quanto pattuito da parte dei singoli firmatari: docente, studente e genitore. La normativa richiede espressamente “la sottoscrizione dei genitori e degli studenti del Patto, finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa i diritti e i doveri nel rapporto tra istituzione scolastica, studenti e famiglie” (art. 3 del DPR 235 – 2007).
Per altro, come si potrebbe considerare patto un documento sottoscritto obbligatoriamente? Oppure che senso avrebbe la sottoscrizione nominale, se fosse semplicemente una disposizione d’autorità, a cui la famiglia non può che sottostare?
Con il patto l’autonomia funzionale della singola scuola si realizza in un “rapporto contrattuale” che d’ora in poi richiede l’adesione convinta dei contraenti: docenti, studenti e genitori.
 Nel dialogo e nel confronto vanno individuati insieme i problemi, definiti gli interventi che ognuno si impegna ad adempiere, utilizzando un linguaggio comprensibile e inequivocabile e prevedendo precisi momenti di verifica  dell’osservanza di quanto pattuito.
I contenuti del patto possono riguardare i valori educativi da perseguire attraverso azioni condivise e controllabili, le modalità di una reciproca e corretta informazione, la qualità delle relazioni tra adulti e con i minori, fino agli aspetti organizzativi della vita scolastica e familiare.
Tutto questo, trova però, un alibi per la conclamata impraticabilità di quanto è previsto dalla normativa. Si dice che non è possibile definire tanti patti quanti sono i ragazzi e che sia più realistico definire un patto uguale per tutti da distribuire, per la firma, ai genitori ed agli studenti.
In questo modo si svilisce il senso della sottoscrizione individuale e non ci si fa carico di rendere efficace la “rivoluzionaria innovazione giuridica del patto”. In molte scuole il patto viene ridotta all’adeguarsi delle famiglie a quanto deciso dalla scuola, in un rapporto non reciproco e paritario, ma ancora una volta sbilanciato e alla fine inefficace, come capita ogni volta che si tende a costringere e non a convincere la libera volontà dei cittadini. Così succede che si perde tempo e denaro dello stilare e far firmare patti inefficaci, ingolfando inutilmente gli armadi delle scuole.
Per evitare il moltiplicarsi degli adempimenti formali e inutili delle scuola si potrebbe collegare strettamente il Patto di corresponsabilità educativa alla scheda di valutazione dello studente. In occasione della compilazione delle schede personali, si potrebbe definire il “patto di corresponsabilità educativa conseguente” che individui gli impegni di studente, genitore e docenti per migliorare i risultati educativi e culturali dell’allievo.
In questo modo il Patto definito nel Consiglio di Istituto e valido per tutta la scuola, potrebbe essere dettagliato a livello di consiglio di classe e infine personalizzato a misura del singolo studente.
Durante le valutazioni periodiche si potrebbe aggiornare anche il patto, individuando i miglioramenti e le inadempienze, in un atteggiamento costruttivo da parte di tutti gli attori, in favore di una valutazione non sanzionatoria ma migliorativa dell’esperienza educativa sia delle scuole che delle famiglie.
Il Patto può segnare effettivamente una discontinuità positiva, non solo a livello giuridico, ma anche nelle relazioni quotidiane tra le componenti scolastiche, che si riconoscono nelle specifiche competenze e sono coinvolte nel concretizzare il miglioramento continuo della loro esperienza scolastica.

Giuseppe Richiedei
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