Salvo Basso, poeta siciliano e amico
Data: Domenica, 22 aprile 2012 ore 04:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Salvo Basso, poeta siciliano e amicoHo conosciuto Salvo Basso, tanti anni fa, nel 1997, durante un convegno organizzato a Scordia, a cui partecipai insieme al mio amico e, all’epoca, assessore alla Cultura del Comune di Misterbianco, Antonio Biuso. Ricordo che a quell’incontro c’erano tanti giovani amministratori siciliani, pieni d’entusiasmo e di speranza, pronti a costruire una nuova Sicilia, lontana dal malaffare e dalla corruzione. Con Salvo ci siamo incontrati, altre volte poi, ripromettendoci di creare una rete di associazioni dei paesi siciliani, per valorizzare la storia e l’identità culturale delle nostre singole comunità, lui mi diceva sempre: “Sono anni che lavoro a questo scopo”. Il suo impegno culturale e politico è sempre stato accompagnato da un’intensa attività educativa ed intellettuale. In particolare è stato il promotore di una nuova politica culturale, insisteva molto sul concetto di “Città educativa”, cioè una città in cui l’insieme delle politiche deve essere rivolto all’educazione ed alla cultura.
Adesso, a dieci anni dalla sua scomparsa, mi piace ricordare la sua testimonianza e il suo impegno, le sue speranze e, soprattutto, il suo coraggio dinnanzi all’amaro destino. Salvo Basso, giovane intellettuale e politico della mia generazione, è una parte irripetibile e irrinunciabile della nostra terra, di quella Sicilia fatta di “spiranza e carusanza”.
Salvo Basso è nato a Giarre, il 26 ottobre 1963, ma è vissuto a Scordia. Laureato in Storia e Filosofia all’Università di Catania, ha svolto un’intesa attività culturale e politica nella città calatina. Nel 1993 ha ricoperto la carica di assessore alla Cultura, dove ha avviato molteplice iniziative culturali, ed è stato tra i promotori del Coordinamento delle città del calatino per la cultura. Nel 1997 è stato nominato vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione di Scordia. E’ morto, prematuramente, a Scordia, il 26 aprile 2002, stroncato da un tumore al cervello.
La poesia di Salvo Basso è caratterizzata da uno stile secco e penetrante, in cui l’uso del dialetto diventa un modo per “scandagliare il grado zero” del linguaggio, fatto di poche parole, ancorate spesso a momenti di vita quotidiana. Basso ha fatto della lingua siciliana uno strumento nuovo, intenso, moderno, espressivo, ma nello stesso tempo pienamente consapevole della tradizione letteraria poetica italiana. La sua poesia è piena d’ironia e del gusto per la simbologia e l’aforisma, l'inciso fulminante e intelligente, la capacità di cogliere nello scarto la verità più densa e imprevedibile. È riconosciuto, unanimemente, tra i migliori poeti europei d’inizio millennio. Si è impegnato nella conservazione, valorizzazione e trasmissione della cultura delle tradizioni del catanese, promuovendo in tal senso sinergie con il mondo della scuola.  In una nota al libro “Ccamaffari”, Pietro Barcellona dice: «Leggendo le poesie di Salvo ho sentito la forza di gravità delle radici della vita che, attraverso la parola originaria, la lingua madre, ci consentono ancora di chiamarci per nome. “Dove arriva / il dialetto nemmeno l’inglese”. Il dialetto è parola elementare, nel senso degli elementi che sono alla base della “materia vivente”: “i paroli ppiddaveru mi sento dincoddu sempricchiuppicca…”. Finché c’è la parola”, c’è la vita, se si perde la parola si perde la vita». Salvo Basso è stato tra i promotori della rivista “Città di città” periodico delle città storiche siciliane; ha collaborato con il mensile “GirodiVite”, e con “eupolis” rivista delle città storiche toscane diretta da Pietro Toesca. Ha scritto poesie per “Via lattea”, "Il battello ebbro", e “Molloy”. Nel 1997 ha pubblicato il suo primo volume di poesie “Quattru sbrizzi”, presso l’editore Nadir, di cui è stato coordinatore. Il libro è stato segnalato al Vann’Antò-Saitta, 1997, ed ha vinto il Premio Città di Marineo, 1998. Ha poi pubblicato “Una poesia” (ed. Pulcinoelefante, 1997); “Manziornu” (En plein 1998); “Qo” (lettura dell’Ecclesiastiche) (ed. dell’Obliquo, 1999), “Dui” (ed. Prova d’Autore, 1999, con prefazione di Manlio Sgalambro, nota e traduzione delle poesie in italiano a cura di Pina La Villa); “Accuddì” (cartella d’arte con disegni di Nunzio Pino, ed. Il Gabbiano, 1999); “Forsi e sforsi” (in “Arrivederci a Sortino”, ed. Prova d’Autore, 1999); “E” (in “Siciliomi”, ed. prva d’autore, 1999); “A Cuccata” (in “Chiana e Biveri”, ed. Prova d’Autore, 2002); "Ccamaffari" (ed. Prova d'autore, 2002, postumo); “Egomeio: Salvopoesie 1979-81” (ed. Prova d’Autore, 2003, postumo, a cura di Renato Pennisi); “Fase lunare-Poesie1985-1990”, (ed. dell’Obliquo, 2007, postumo). La rivista Girodivite gli ha dedicato il numero 40 (nel 1998), ed uno speciale, nel 2002, per la sua morte. Altri riconoscimenti: Premio Erice 1998; Premio Spceiale della Giuria al “Limina-Bizzetti” 1999; Premio Mario Gori, 2000; Segnalazione al Vann’Antò-Saitta, 2000; Premio internazionale di Poesia, rocco certo 2001 – sezione dialettale – (Premio speciale della critica); Premio Anteka /Erice, per il libro Dui, settembre 2001.

Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it

Comu na vota, di Salvo Basso


Facemu comu na vota.
Macari si ora è scuru
E ttantu assai nun ci
Videmu. A spiranza è
Ttutta ittata na qualche
Ttruvamentu ca nun
C’era. Nun serva
Pinsari a cchiddu
Ca ancora si po' ffari.
E' mmorti, è ssorti,
E' c’ava gghiessiri.
Suttasutta na taliata
Rrisolvi i cosi. E'
N'occhiu, fermu
Comu ncarrabbineri.
A pazzia vena a ppicca
A ppicca. Pigghia prima
I pedi e ppoi acchiana.
E nmustacchiuni a mmia
Di mia nun mu leva
Nuddu. Parru ca sparru.
E ffazzu sulu poesia.






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