Addio alla ''ragazza rossa''
Data: Lunedì, 16 aprile 2012 ore 11:54:47 CEST
Argomento: Comunicati


In ricordo di Miriam Mafai
Sarebbe riduttivo ricordare Miriam Mafai solo come giornalista e scrittrice, perché la sua vita e la sua carriera hanno segnato qualcosa di fondamentale per tutto il paese. Nei suoi 86 anni vi era gran parte della storia di Italia: dall’antifascismo militante al femminismo politico; dalle file del Pci alla presidenza della Federazione nazionale della stampa italiana.

Nata a Firenze nel 1926, visse la guerra e le leggi razziali in prima persona – la sua famiglia era per metà cattolica e per metà ebrea – tanto che nel 1938 venne espulsa dal ginnasio. Mai un cenno di paura, solo volontà di partecipare a combattere l’ingiusto, così nel ’43 è a Roma a distribuire volantini contro l’occupazione tedesca e nel ’48 è assessore del Comune di Pescara con il Pci di cui si occuperà della gestione degli aiuti agli sfollati, dei “ragazzini che non possono andare a scuola perché non hanno nemmeno le scarpe“.

Affianco all’impegno politico nel partito vi fu anche l’impegno a favore della causa femminista. Suoi gli importanti interventi, anche televisivi, a favore del divorzio, dell’aborto, dei referendum, arrivando a parlare di fecondazione artificiale e dibattendosi anche con il papato, proclamando a gran voce la laicità dello Stato.

La sua formazione giornalistica arrivò a grandi risultati già dal ’44 quando venne assunta nell’ufficio stampa del neo-nato Ministero dell’Italia occupata. Da lì iniziò una carriera che la vide inviata a Parigi per Vie Nuove, redattrice parlamentare per l’Unità, direttrice di Noi Donne, inviata speciale per Paese sera, fra i fondatori del quotidiano La Repubblica nel 1976, fino ad essere presidente della FNSI dal 1983 al 1986.
La ricordiamo ai nostri lettori, con uno dei suoi articoli, un ''corredo pedagogico'' per le giovanissime italiane generazione terzomillennio.

Giusi Rasà

Miriam MafaiConquistare il successo senza trucchi né colpe
''Corri, bambina, corri…,
tu che hai buona la testa, le gambe e il cuore.

Corri senza rallentare davanti agli ostacoli, alla stanchezza, alla nostalgia (che pure talvolta ti coglie) del tempo della lentezza e della protezione.
Corri per arrivare dove avevi deciso, per soddisfare il tuo sogno e la tua ambizione. La modestia, la rinuncia alle proprie ambizioni, se pure riuscirono, segretamente, a nutrirle, fu il connotato delle donne delle generazioni che ti hanno preceduto, donne educate alla modestia e alla rassegnazione, a mettersi al servizio dell’ ambizione del maschio della famiglia, fosse il marito, il fratello, il figlio. Tu sei diversa, tu hai deciso di arrivare dove ti sei proposta.
Tra le donne che oggi hanno successo, molte portano nomi illustri. Hanno successo, dunque, per diritto ereditario. Tu non hai un nome illustre, né una famiglia importante alle spalle, ma hai buona la testa, le gambe e il cuore.
E hai diritto a correre, e ad arrivare prima se la corsa non sarà truccata.
Noi, della generazione che è venuta prima di te, una generazione che si è impegnata nella corsa, che spesso ha vinto, che più spesso ha perso, ti daremo una mano, se ce la chiederai. Ma tu devi sapere che hai diritto a una corsa non truccata, che hai diritto al successo''.
Miriam Mafai






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