Siate missionari della gioia
Data: Domenica, 15 aprile 2012 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Associazioni


Giuseppe Luca Si tratta di gioie semplici che scandiscono le nostre giornate, ma che insegnano a vivere il quotidiano in modo attivo e costruttivo, che aiutano a fare tesoro delle esperienze passate con lo sguardo proteso verso il futuro
La XXVII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) voluta dal Beato Giovanni Paolo II nel 1985, per raccogliere giovani da tutto il mondo e promuovere le loro aspirazioni ad avere un proprio spazio nella Chiesa e nel mondo, costruire ponti di amicizia e speranza tra continenti, popoli e culture, sarà celebrata nel 2013 a Rio De Janeiro in Brasile, dal 23 al 28 luglio. A livello diocesano, negli anni in cui non si svolge la GMG internazionale, in occasione della Domenica delle Palme. Gli incontri sono organizzati su iniziativa delle varie diocesi mondiali e in Piazza san Pietro a Roma con il Papa. Rivolgendosi quest’anno ai giovani, il Papa ha detto: “Vorrei esortarvi a essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. In un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana”.

Giornata della Gioventù
Non vi è dubbio che ogni giovane, anche se lontano dalla fede cattolica, nel difficile contesto attuale, abbia bisogno di un messaggio di gioia e speranza perché l’aspirazione alla gioia e alla speranza è impressa nell’intimo dell’essere umano. “Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, afferma il Papa, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare «sapore» all’esistenza”. Ciò vale soprattutto per i giovani, “perché la giovinezza è un periodo di continua scoperta della vita, del mondo, degli altri e di se stessi. È un tempo di apertura verso il futuro, in cui si manifestano i grandi desideri di felicità, di amicizia, di condivisione e di verità, in cui si è mossi da ideali e si concepiscono progetti”.

Penso che tutti gli operatori scolastici e gli educatori in genere, a prescindere dal credo religioso, dovrebbero essere “missionari della gioia” per aiutare i giovani attraverso la propria testimonianza e il proprio insegnamento a cogliere nel “trantran quotidiano” le piccole o le grandi gioie che possono rafforzare la speranza e intraprendere le strade della crescita. È veramente possibile la gioia piena in un mondo globalizzato fondato sull’attimo fuggente, su modelli usa e getta che non riescono a nutrire lo spirito, anzi ne accentuano il bisogno e la fame? Ai giovani che si pongono questi interrogativi e che a volte percorrono anche strade sbagliate e pericolose, il Papa ricorda “la gioia di vivere, la gioia di fronte alla bellezza della natura, la gioia di un lavoro ben fatto, la gioia del servizio, la gioia dell’amore sincero e puro, i bei momenti della vita familiare, l’amicizia condivisa, la scoperta delle proprie capacità personali e il raggiungimento di buoni risultati, l’apprezzamento da parte degli altri, la possibilità di esprimersi e di sentirsi capiti, la sensazione di essere utili al prossimo, l’acquisizione di nuove conoscenze mediante gli studi, la scoperta di nuove dimensioni attraverso viaggi e incontri, la possibilità di fare progetti per il futuro, l’esperienza di leggere un’opera letteraria, di ammirare un capolavoro dell’arte, di ascoltare e suonare musica o di vedere un film”. Si tratta in definitiva di gioie semplici che scandiscono le nostre giornate, ma che insegnano a vivere il quotidiano in modo attivo e costruttivo, che aiutano a fare tesoro delle esperienze passate con lo sguardo proteso verso il futuro. Per ottenere ciò, è necessario educare a gustare le realtà più belle della vita nel modo più profondo e alto possibile. La gioia, infatti, frutto di un piacere e di un divertimento sterile, di un rapporto superficiale, grossolano, povero o semplicistico, lascia come retrogusto una continua scontentezza e l’inevitabile rincorsa ad altri e più intensi piaceri da “mordere e gettare” che continuano a non soddisfare perché un giovane aspira a qualcosa di più e di meglio. Giuseppe Luca
Direttore Responsabile della “Letterina”





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