Scuola pubblica maestra di vita
Data: Sabato, 14 aprile 2012 ore 10:53:17 CEST Argomento: Rassegna stampa
Egregio
Direttore,
leggo alcune lettere relative all’antico dilemma: è giusto che lo Stato
finanzi la SCUOLA PRIVATA? Premetto che ogni Famiglia è libera di
mandare i propri figli dove vuole, alla Scuola Pubblica o ad una
Privata, tanto sono piccoli e non capiscono ancora la differenza. E non
demonizzo affatto le Scuole Private, tranne quelle che concedono
diplomi facili “a pagamento”. Ma personalmente ritengo che per una
formazione mentale aperta del bambino e del giovane sia preferibile
mandarlo alla SCUOLA PUBBLICA, con tutti i difetti che può avere (certo
che se i concorsi a cattedra fossero più selettivi e non viziati da
raccomandazioni politiche la “qualità” sarebbe migliore), e che lo
Stato non debba finanziare direttamente o indirettamente le Scuole
Private. Perché queste o sono “scuole d’élite” riservate a gruppi
ristretti di famiglie molto benestanti (che quindi si possono
permettere di pagare le cospicue rette) o sono scuole ad impronta
ideologica o confessionale, o sono tutte e due le cose insieme, per cui
uno Stato che si professa “laico” non le dovrebbe assolutamente
foraggiare né incentivare.
La Scuola Pubblica offre al giovane un panorama “allargato” ed apre la
mente alla integrazione tra persone differenti per religione, razza,
estrazione politica e sociale, favorisce la socializzazione e
l’amicizia tra “diversi”, soprattutto importante in una società
“multietnica” come quella che si va affermando nel nostro paese. Per
questo ritengo semplicemente “superate” e anacronistiche le Scuole
Private generaliste, almeno fino all’età in cui il giovane potrà
scegliere liberamente il tipo di scuola (pubblica o privata) che
preferisce frequentare e/o il tipo di insegnamenti
tecnico-professionali di cui si intende avvalere. Ed anche dal punto di
vista del corpo docente la Scuola Pubblica offre un panorama eclettico
e variegato: gli insegnanti non sono tutti uguali, ce ne sono di validi
e meno validi, chi di una ideologia politica e chi di un’altra (ma che
in scuola non dovrebbe manifestare, al massimo lasciar trasparire), di
giovani e di anziani, di severi e di tolleranti, di giusti e di
ingiusti, insomma tutta una molteplicità di persone simile a quella che
in tempi successivi il giovane troverà, nella vita e nel lavoro, nella
società civile.
E questo non lo ritengo un male, anzi una valida preparazione al suo
futuro. In altre parole ritengo la Scuola Pubblica una vera “maestra di
vita”, soprattutto negli anni della formazione della personalità del
bambino e del giovane: pertanto lo Stato la deve proteggere e dovrebbe
dedicare ad essa maggiori risorse finanziarie perché i giovani sono la
speranza e il futuro della Nazione.
Giovanni Dotti
Aresenews.it
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