Scuola e finanza: due pesi e due misure
Data: Sabato, 14 aprile 2012 ore 08:00:00 CEST Argomento: Opinioni
La
lettura del disegno di legge approvato dal Senato il 4 aprile scorso,
relativo alla conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, recante disposizioni urgenti in
materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e
potenziamento delle procedure di accertamento, in questi giorni
all’esame della Camera dei deputati, ha consolidato in me il
convincimento che l’Italia è il paese dei “due pesi e due misure”.
Infatti all’articolo 8, comma 24 si legge: “ Fermi i limiti
assunzionali a legislazione vigente, in relazione all'esigenza urgente
e inderogabile di assicurare la funzionalità operativa delle proprie
strutture, volta a garantire una efficacia attuazione delle misure di
contrasto all'evasione di cui alle disposizioni del presente articolo,
l'Agenzia delle entrate e' autorizzata ad espletare procedure
concorsuali per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti,
secondo le modalità di cui all'articolo 1, comma 530, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, e dell'articolo 2, comma 2, secondo periodo, del
decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni,
dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. Nelle more dell'espletamento di
dette procedure l'Agenzia delle entrate, salvi gli incarichi già
affidati, potrà attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari
con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, la cui
durata e' fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del
posto vacante tramite concorso. Gli incarichi sono attribuiti con
apposita procedura selettiva applicando l'articolo 19, comma 1-bis, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ai funzionari cui e'
conferito l'incarico compete lo stesso trattamento economico dei
dirigenti. A seguito dell'assunzione dei vincitori delle procedure
concorsuali di cui al presente comma, l'Agenzia delle entrate non potrà
attribuire nuovi incarichi dirigenziali a propri funzionari con la
stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, fatto salvo quanto
previsto dall'articolo 19 comma 6 del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma
si provvede con le risorse disponibili sul bilancio dell'Agenzia “.
Successivamente, a seguito delle modifiche apportate dal Senato, il
provvedimento è stato esteso anche all’Agenzia delle dogane e
all’Agenzia del territorio. In pratica con tale comma non solo si è
sanata la posizione dei 767 funzionari dell’Agenzia delle entrate
promossi in passato in posizioni dirigenziali, i quali resteranno al
loro posto, ma si offre l’ulteriore possibilità all’Agenzia delle
dogane, all’Agenzia delle entrate e all’Agenzia del territorio di
“attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula
di contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata e' fissata in
relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante
tramite concorso “. Orbene, un analogo emendamento, al decreto
semplificazioni, prima alla Camera e poi al Senato, era anche stato
proposto per i dirigenti scolastici, sostenendo l’odg presentato in
assemblea dall’on. Paola Pelino (Pdl ) - atto camera 9/04086/261
approvato in data 25/02/2011 relativo al corso concorso per dirigente
scolastico bandito con d.d.g. 22.11.2004 del Ministero dell’istruzione.
Per inciso nello stesso decreto fu anche apportata un’ulteriore
modifica all’emendamento del PD sugli organici della scuola presentato
in Commissione bilancio, ulteriormente restrittiva rispetto
all’emendamento approvato dalle Commissioni competenti, in virtù della
quale non solo non c’è stata l’immissione in ruolo di 10.000 docenti,
ma gli organici dovranno essere rivisti ogni 3 anni in relazione al
variare del numero degli studenti ed anche in relazione ai risparmi di
spesa effettuati. Purtroppo la situazione, almeno allo stato, e se non
interverranno modifiche al decreto attualmente all’esame della Camera
dei deputati, consolida invece la giustamente vituperata filosofia dei
“due pesi e due misure”. Per evitare questa disparità di trattamento,
una norma, analoga a quella inserita nel decreto semplificazioni
tributarie, si rende necessaria anche per il comparto della scuola, al
fine non solo di sanare la posizione dei dirigenti scolastici,
attualmente incaricati e idonei in precedenti concorsi, ma anche di
conferire incarichi di dirigenza, in attesa delle nomine dei vincitori
del concorso in atto, a quei docenti che hanno ancora un contenzioso in
corso per le passate controverse procedure concorsuali, con la stipula
di contratti a tempo determinato, in modo da garantire ad ogni plesso
scolastico una dirigenza che non sia da condividere con un’altra
scuola, ottimizzando così la funzionalità e l’efficienza di un settore
portante per lo sviluppo e per l’economia del nostro Paese, qual è
appunto quello dell’istruzione. Tanto anche in considerazione delle
lungaggini che stanno caratterizzando la correzione delle prove scritte
del concorso in fase di espletamento, i cui vincitori, pure sulla
scorta delle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dal direttore
scolastico regionale della Campania, almeno in alcune regioni, potranno
prendere servizio a partire dall’anno scolastico 2013/2014. Quindi
anche per l’anno prossimo, come per l’anno scolastico in corso, si
paventa il solito balletto dei dirigenti scolastici in servizio,
nominati reggenti per un altro plesso, con tutto quello che ne
consegue, dovendo dividere il loro impegno su due diversi istituti,
pure alla luce delle sempre più complesse e specifiche funzioni
attribuite alla dirigenza, in un comparto delicato e difficile come
quello della scuola che dovrebbe essere, anche per l’attuale Governo,
in testa alle priorità quantomeno al pari della lotta all’evasione
fiscale. In definitiva ci auguriamo che la dichiarazione resa dal
ministro Filippo Patroni Griffi, in occasione del dibattito sul decreto
semplificazioni: " I tempi del decreto hanno un poco compresso il
dibattito ma c'è l'impegno a prendere gli spunti interessanti emersi al
Senato per presentare un ddl. Confermo quindi l'impegno a riprendere in
un ddl i contenuti propositivi emersi ”, possa in tempi brevi trovare
spazio in un provvedimento legislativo, risolvendo tra l’altro le
problematiche appena evidenziate, ancora presenti nel comparto
scolastico. Il tutto, anche in considerazione delle dichiarazioni rese
dalla capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela
Ghizzoni, la quale, sempre in occasione della discussione sul decreto
semplificazioni, affermava: “ È inaccettabile che le necessità
dell’offerta formativa siano sottoposte ai limiti dei risparmi di
spesa. Farlo significherebbe tradire gli indirizzi espressi dal Governo
al Parlamento in materia di Istruzione nonché disattendere gli
obiettivi europei che ci chiedono più investimenti nell’istruzione e
nell’educazione permanente. Il ministro Profumo non può restare a
guardare quanto sta accadendo in Parlamento. Non intervenire
significherebbe avallare scelte contro la scuola ”. Ecco anche noi ci
auguriamo che il ministro Profumo e l’intero Governo non restino a
guardare ma provvedano al più presto a mettere mano alle delicate
questioni ancora irrisolte presenti nella pubblica istruzione del
nostro Paese.
Gennaro Capodanno
gennarocapodanno@gmail.com
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