Italian Digital Agenda Annual Forum - Internet cambia l’Italia
Data: Giovedì, 12 aprile 2012 ore 08:00:00 CEST Argomento: Istituzioni
Roma,
11/4/2012 – “Internet cambia l’Italia” è racchiuso in questo
slogan, il senso del primo Italian Digital Agenda Annual Forum tenutosi
oggi a Roma, con cui Confindustria Digitale, la nuova Federazione delle
imprese dell’Ict, ha voluto chiamare a confronto il Governo sulla
grande opportunità che lo sviluppo dell’economia digitale rappresenta
per rilanciare la crescita e modernizzare il Paese. All’incontro, oltre
al presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi, sono
intervenuti Neelie Kroes, commissaria europea con delega all’Agenda
Digitale, i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera e
dell’Istruzione Francesco Profumo, responsabili della Cabina di
regia,
Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, Riccardo Donadon
fondatore di H-Farm Ventures, Carlo Maccari assessore alla
digitalizzazione della Regione Lombardi, Marco Polillo presidente di
Confindustria Cultura Italia e il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
“Le imprese italiane dell’Ict offrono la piena collaborazione al
Governo perchè l’Agenda Digitale diventi un grande progetto nazionale
in grado di aprire il Paese a un nuovo ciclo economico – ha affermato
il presidente di Confindustria Digitale, che ha recentemente presentato
un piano al Governo per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda
digitale europea entro il 2015. “ Il completo switch off verso il
digitale della Pa – ha spiegato Parisi - può contribuire all’azione di
spending review, riducendo finalmente la spesa pubblica annua in modo
strutturale e recuperando risorse per oltre 56 miliardi di euro. La
maggior disponibilità di servizi pubblici e privati on line
consentirebbe un risparmio di circa 2.000 euro l’anno a famiglia. Se le
imprese italiane raddoppiassero gli investimenti in Ict, si avrebbe una
crescita della produttività tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero
solo dell’1% il loro fatturato estero attraverso le vendite on-line, le
nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’8% pareggiando il saldo
import-export di beni e servizi. Se dunque, come sta accadendo nei
principali paesi, lo sviluppo dell’Internet economy diventerà anche da
noi il centro delle politiche per la crescita, il contributo
all’aumento del Pil potrebbe essere dell’ordine del 4-5% nei prossimi
tre anni”.
Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, dato che segnala
il ritardo del nostro Paese, dove l’uso di Internet è ancora limitato
al 50% della popolazione (68% la media Ue27), la pratica dell’
e-Government riguarda non più dell’8% (21% Ue27) e quella
dell’e-commerce il 15% (43% Ue27). Anche dal lato delle imprese il gap
è forte: solo il 4% delle imprese italiane effettua vendite
direttamente on-line a fronte di una media Ue27 del 12%.
“Per questo l’obiettivo prioritario da raggiungere entro il 2013 - ha
concluso il presidente di Confindustria Digitale - deve essere quello
di recuperare il gap con l’Europa sull’uso dei servizi Internet, mentre
vanno contemporaneamente messe in atto una serie di azioni,
indispensabili per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi
stabiliti dall’Agenda digitale europea per il 2015. Dopo i sacrifici
necessari per scongiurare il rischio di default, è ora possibile dare
al Paese, spingendo l’acceleratore sul percorso digitale, un segnale
immediato e concreto di nuovi e migliori servizi, di nuove opportunità
occupazionali e imprenditoriali”.
Il piano di Confindustria Digitale per l’attuazione dell’Agenda
digitale: cinque assi d’intervento.
Sviluppo della domanda pubblica e privata di servizi on line: gli
adempimenti dematerializzati devono diventare la regola e quelli allo
sportello l’eccezione.
Pubblica Amministrazione: switch-off Scuola e Sanità; Carta d’identità
elettronica; banche dati pubbliche interoperabili e su cloud;
obbligatorietà acquisti on line.
Famiglie: Iva al 10% per acquisti on line su piattaforme che operano in
Italia; Iva al 4% per contenuti editoriali on line.
Imprese: detassazione parziale ricavi delle Pmi da e-commerce.
Investimenti infrastrutturali: nessun ricorso a fondi aggiuntivi.
Occorre un quadro autorizzativo semplice e omogeneo per favorire gli
investimenti nelle reti Tlc e l’impiego delle risorse già individuate
dal Piano UltraBroadband del Ministero per lo Sviluppo Economico su
aree in digital divide, a sostegno degli investimenti delle reti mobili
a banda larga nei comuni con meno di 3.000 abitanti e della fibra
ottica nei distretti industriali.
Ecosistema internet: l’obiettivo è lo sviluppo dell’offerta legale dei
contenuti. Riforma del diritto d’autore, diffusione delle modalità di
pagamento elettronico, tutela della privacy.
Creazione di un vero mercato di Venture capital: l’obiettivo è
sostenere la nascita di giovani start-up internet italiane. Detrazione
d’impostper gli investimenti di fondi di venture capital nelle start
up; creazione di un “exit market” con sgravi fiscali per le aziende che
decidessero di acquisire start-up italiane o che abbiano sponsorizzato
la nascita di incubatori o piattaforme di aggregazione di idee e
iniziative imprenditoriali; creazione di un social network per la
promozione delle start up
Formazione dei lavoratori non nativi digitali: l’obiettivo: occorre
promuovere un grande piano di rioccupabilità legato agli skills ICT
puntando ai fondi interprofessionali. Nel 2015 la Commissione Europea
ha stimato che il 90% dei lavori richiederà skills Ict in tutti i
settori. Ma in Italia meno del 10% delle ore di formazione viene
dedicato a competenze digitali.
Anna Borioni
- Responsabile Ufficio stampa Confindustria Digitale
anna.borioni@confindustriadigitale.it
|
|