Eliminare i voti dal 4 in giù, fanno male
Data: Lunedì, 09 aprile 2012 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Milano – Dal liceo classico Brechet, storico istituto milanese con decine di diplomati eccellenti, da Luchino Visconti ad Andrea De Carlo fino a Giuliano Pisapia, arriva una proposta: “Escludere, in sede di scrutinio, i voti inferiori al 4. I due e i tre creano troppa frustrazione nei ragazzi”. I professori ammutoliscono, ma è troppo difficile dire sì o no subito. “Ne riparliamo dopo Pasqua”. Insegnanti divisi dopo la proposta di Innocente Pessina, dirigente storico che crede “nell’educare senza punire”. L’arringa di Pessina raccontata da chi c’era e riportata dal Corriere della Sera: “Ho visto troppi ragazzi andare in crisi per una raffica di due. Alcuni smettono di mangiare, altri abbandonano la scuola distrutti. Sì, sono diversi da come eravamo noi. Cerchiamo di capirli”.
Mai meno di 4 in pagella. Proposta messa ai voti durante il collegio dei docenti della scorsa settimana. Tra favorevoli e contrari ha prevalso la terza via: decisione rinviata alla prossima riunione. Anche se tra gli insegnanti una discreta parte sembra contraria. “Prima di tutto – avverte una docente – la norma dice che i voti vanno dall’uno al dieci. Secondo: il giudizio in sede di scrutinio è espresso dal consiglio di classe, non dal singolo prof. Terzo, dire che in questo modo si riduce la depressione dei ragazzi è un alibi”.
Prosegue un collega: «La frustrazione è un’esperienza che va fatta proprio da adolescenti. In realtà il problema sono gli adulti».
I genitori spesso sono accusati di esagerare nel proteggere i loro figli, di delegare alla scuola tutto il “pacchetto educativo”, di essere troppo presenti o assenti. Attacca una professoressa: “I ragazzi non vogliono soluzioni edulcorate. Il problema sono gli adulti e la loro incapacità di giustificare un giudizio severo”. Tesi finale dei “pessiniani” che difendono la posizione del dirigente: “Inutile accanirsi. Che senso ha umiliare gli studenti con un due meno meno?”.

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