Compiti scolastici e vacanze
Data: Sabato, 07 aprile 2012 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Compiti per casa, durante le vacanze? I lontani ricordi dei miei anni di scolaro, sinceramente confessano che erano un assillo: ti guastavano la serenità e la spensieratezza, ti facevano sentire come se dentro di te ci fosse qualcosa che ti impediva di essere libero, dico psicologicamente libero di goderti fino in fondo la vacanza, la grande pausa festiva, la tanto agognata libertà: non del dolce far niente, ma del fare qualcosa che nulla avesse a ricordare le rigide e burocratiche ingiunzioni dei doveri scolastici.
Oh, quanto, - fra tutte -, favolose vacanze di Natale! Le prime, e le più agognate, dopo la fine della prima tappa dura e rigorosa del primo trimestre.
Nella prospettiva memoriale dell'adulto i ricordi pre-adolescenziali assumono misure larghe e generose, le proporzioni reali dei fatti spesso diventano irreali, immaginifiche, quasi mitiche, senza volerlo; ma la gioia, d'allora, di noi ragazzi, era veramente incontenibile, esagerata, e cresceva sempre di più al solo pensiero che ci attendevano giorni fattivi frenetici, assai diversi dalla routine scolastica.
E, in attendere le vacanze di Natale, "era gioia più compita" ! Si mobilitavano le fantasie per la messa in moto dei preparativi del presepio: le grotte di cartapesta, con attorno la "spina-pulici"; il cielo stellato, le pecorelle sul prato muschioso, i pastorelli di terracotta colorati, il ruscelletto argentato e i laghetti di stagnola, e le botteghe, e l'arsa fucina del fabbro ferraio, il ricottaio, la lavandaia, e i ponticelli e le torri, la stella cometa sopra la cuspide dell'umile capanna, e i re magi in cammino sopra i cammelli. Una mobilitazione di giocattoli: ludi architettonici, empori del narrabile e del rinarrabile. E poi, i dolci fatti in casa, le giocate a carte, le ciaramelle, i canti della novena, le tombole interminabili che ci tenevano affratellati intorno al braciere nelle lunghe e rigide serate invernali insieme con parentele ritrovate e amici del vicinato. Che tempi favolosi!
Ma - ricordo - c'era un Ma! Un assillo, quasi un senso di colpa, avvelenava le vacanze: il pensiero dei compiti; sempre richiamati, e sempre rimandati di giorno in giorno, fino ad arrivare ... all'ultimo giorno, con la preoccupazione e l'ansia di non avere il tempo per poterli più fare!
Ora non mi ricordo più se, allora, io fui tra quelli che il maestro rimproverò per non avere fatto i compiti assegnati per casa durante le vacanze. Ma anche se l'avesse fatto, non me ne importava niente!
Quella pausa festiva era la lezione più bella della mia vita!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2477192.html