Pascham. Cultura e sacro nei riti della Pasqua a Biancavilla; studenti e studentesse del Liceo delle Scienze Umane di Biancavilla protagonisti dell'evento culturale
Data: Martedì, 03 aprile 2012 ore 09:52:22 CEST
Argomento: Redazione


Pasqua 2012 Liceo delle Scienze Umane di BiancavillaPascham. Cultura e sacro nei riti della Pasqua a Biancavilla; studenti e studentesse del Liceo delle Scienze Umane di Biancavilla protagonisti dell'evento culturale inserito nel programma delle iniziative Comunali, per celebrare i riti della settimana Santa. Il Liceo delle scienze umane di Biancavilla, sin dalla sua fondazione ha sempre creduto in un rapporto costruttivo tra scuola ed extrascuola, come presupposto e capacità dell'istituzione scolastica di essere realmente consapevole della propria identità istituzionale, formativa e tecnico-professionale, una scuola che con i suoi appena 12 anni di storia, ha dato tanto alla città e ai giovani, proponendosi sempre come volano culturale, un liceo che "ha qualcosa da dire" alla  comunità ed è pertanto in grado non solo di chiedere o di ricevere ma, soprattutto, di offrire, di proporre.I l presupposto che ha portato i 67 studenti del liceo guidati dai docenti a poter sperimentare in questa esperienza, la giusta alleanza degli adulti, l' Assessore alla Cultura del Comune di Biancavilla Salvatore Pastanella, il Preside del liceo prof. Vittorio Galvani e l'associazione culturale Symmachia rappresentata dal giovane giornalista Vincenzo Ventura, a collaborare con successo per la preparazione e l'allestimento della mostra fotografica ''Pascham. Spiritualità, tradizione, folklore della Pasqua di Biancavilla''.

Le attività  finora  effettuate che gli stessi studenti  insieme a gruppo di “volontari”  dell'associazione Symmachia, stanno realizzando è da considerarsi a tutti gli effetti un esperienze di “stage” presso l'Aula Capitolare della Cattedrale di Biancavilla Maria SS. dell'Elemosina, obiettivo comune dei partners dell'iniziativa è promuovere una cultura dei beni culturali e ambientali,  non disgiunta dalle sue  radici classico-umanistiche e storico-sociali.
La parte più innovativa del progetto è rappresentata dalla concezione del tempo scuola che utilizzerà anche le domeniche e l'intera settimana, con gli studenti e le studentesse impegnati  come '' guide'' per i visitatori.
Per l'allestimento della mostra e la scrittura dei testi, gli studenti hanno  utilizzato documenti di carattere antropologico, storico e letterario,  a corredo delle oltre cento fotografie in mostra.

''Il tempo vola, ed il progresso ogni dì incalzante spazza istituzioni e costumi'', scriveva Giuseppe Pitrè nella sua monumentale Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane.

Se li spazzava allora che la società siciliana era prevalentemente agricola, adesso che si viaggia nel post-industriale, ora che la concezione del mondo e della vita del paese e del quartiere, si sta gradatamente sostituendo a quella del ''villaggio globale'', in questo nostra età di nativi digitali, veramente il rischio di cancellare ogni dislivello, interno e esterno, di cultura, azzerando un secolo di studi antropologici che si sono affannati a recuperare quanto più possibile delle antiche tradizioni rurali è fortissimo.  In questi giorni di allestimento della mostra è parso il contrario e , vedere tanti giovani all'opera è la dimostrazione che c' è tanta curiosità e voglia di conoscere, ricercare e recuperare.

Tra gli obiettivi del progetto, che prevede anche la realizzazione di un video docufiction su alcuni aspetti antropologico-storico del Venerdi Santo, ''A sira de Tri Misteri'', sono stati posti quelli di favorire la consapevolezza nei ragazzi del valore del patrimonio storico-artistico e del suo rispetto, portare gli studenti a contatto con le ricchezze del territorio in modo più “informale” e interessante (ascoltare un compagno è più divertente che ascoltare un adulto/guida professionista), portare studenti-guide e studenti-pubblico a verificare “sul campo” ciò che studiano in classe, investire gli allievi di una salutare responsabilità che li mette a confronto con le proprie capacità e conoscenze  con un pubblico variamente composto, già a pochi giorni di apertura della mostra, gli studenti hanno ospitato e guidato in un percorso-lezione più di 700 bambini visitatori della mostra, iniziativa divenuta, vera e propria forma di alternanza scuola-lavoro. Una sensata esperienza che smentisce il luogo comune che a scuola si lavora poco e senza passione.
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Giusi Rasà
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