ANSA - Consiglio ministri approva riforma lavoro - 23 marzo, 22:19
Data: Sabato, 24 marzo 2012 ore 05:35:00 CET
Argomento: Attivitą parlamentare


Accordo 'salvo intese' dopo cinque ore di discussione. Governo: 'Tutele più eque''. ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il ddl di riforma del mercato del lavoro. Si tratta - si legge in una nota di Palazzo Chigi - di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall'Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l'intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioé di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l'occupazione e l'occupabilità dei cittadini. Per i licenziamenti per motivi economici "il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un'indennità. Particolare attenzione - precisa il comunicato di palazzo Chigi - è riservata all'intento di evitare abusi". La riforma del lavoro "introdurrà elementi di premialità" verso le imprese "per l'instaurazione di rapporti di lavoro più stabili. La riforma favorirà" anche "il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali". LE NOVITA' - Stretta sulla flessibilità in entrata nel mercato del lavoro con una vera e propria stangata sui contributi dei collaboratori e via libera sulla flessibilità in uscita con la revisione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la previsione del solo indennizzo in caso di licenziamenti per motivi economici ritenuti dal giudice ingiustificati: sono solo alcune delle misure contenute nella riforma del mercato del lavoro approvata oggi dal Consiglio dei ministri. Dieci capitoli e 26 pagine approvati dopo una riunione fiume del Consiglio dei ministri, ecco le misure: CONTRATTI: Si punta sull'apprendistato e sul suo valore formativo. Si collega l'assunzione di nuovi apprendisti alla stabilizzazione avvenuta in precedenza (50% nell'ultimo triennio), si prevede una durata minima di sei mesi per il contratto e si alza il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati (da 1 a 1 a 3 a 2). Il contratto a tempo determinato é perseguito fissando un intervallo di 60 giorni tra un contratto e l'altro (contro i 10 attuali) per un contratto inferiore a 6 mesi e di 90 giorni per una durata superiore (adesso 20). STANGATA CO.CO.PRO: Ci sarà una definizione più stringente del progetto con la limitazione a mansioni non meramente esecutive o ripetitive in modo da enfatizzare la componente professionale. E' vietato l'inserimento di clausole che consentono il recesso prima della fine del progetto. In caso di mancanza di un progetto specifico il contratto a progetto si considera di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Si prevede per i collaboratori un aumento dell'aliquota contributiva di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33% prevista per il lavoro dipendente (fino al 24% per chi è iscritto a gestione separata e ad altre gestioni o pensionati). ART. 18: Ci saranno tre regimi sanzionatori per il licenziamento individuale illegittimo: la reintegrazione nel posto di lavoro sarà disposta dal giudice solo nel caso di licenziamento discriminatorio e in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. Nel caso di licenziamento per motivi economici ritenuto illegittimo dal giudice il datore di lavoro potrà essere condannato solo al pagamento di un'indennità. L'indennizzo che dovesse essere deciso a fronte di un licenziamento illegittimo per motivi disciplinari o per motivi economici potrà variare tra le 15 e le 27 mensilità. Sarà sempre obbligatorio indicare i motivi del licenziamento. Se il licenziamento economico è strumentale e il lavoratore riesce a provare che è invece di natura disciplinare o discriminatoria il giudice applica le relative tutele. E' prevista l'introduzione di un rito procedurale veloce per le controversie in materia di licenziamento. ASPI: la nuova assicurazione sociale per l'impiego è destinata a sostituire a regime, nel 2017, l'indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ne potranno usufruire oltre i lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti purché possano contare su 2 anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. Sarà pari al 75% della retribuzione fino a 1.150 euro e al 25% oltre questa soglia per un tetto massimo di 1.119 euro lordi al mese. E' prevista una fase transitoria per il passaggio del periodo dagli 8 mesi attuali (12 per gli over 50) ai 12 dell'Aspi (18 per gli over 55). La contribuzione è estesa a tutti i lavoratori che rientrino nell'ambito di applicazione dell'indennità. L'aliquota è pari a quella attuale per i lavoratori a tempo indeterminato (1,31%) ma sarà gravata di un ulteriore 1,4% per i lavoratori a termine (da restituire in caso di stabilizzazione del contratto). Andrà a regime nel 2013. CONTRIBUTO LICENZIAMENTO: Il datore di lavoro all'atto del licenziamento dovrà versare all'Inps mezza mensilità ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi tre anni (in vigore dal 2013). - CIGS: La necessità di eliminare a decorrere dal 2014 i casi in cui la cassa integrazione straordinaria copre esigenze non connesse alla conservazione del posto di lavoro porta all'eliminazione della causale per cessazione di attività. La Cigs viene estesa a regime per le imprese del commercio tra i 50 e i 200 dipendenti, le agenzie di viaggio sopra i 50 e le imprese di vigilanza sopra i 15. FONDO SOLIDARIETA' PER SETTORI NON COPERTI DA CASSA INTEGRAZIONE: per le aziende non coperte dalla cig straordinaria arriva un fondo di solidarietà. La contribuzione dovrà essere a carico del datore di lavoro (2/3) e del lavoratore (1/3) e ci sarà l'obbligo di bilancio in pareggio. TUTELA LAVORATORI ANZIANI:Sono possibili accordi per esodi di lavoratori anziani (che raggiungano la pensione nei quattro anni successivi al licenziamento) e la loro tutela con un indennità in attesa dell'accesso alla pensione "con costi a carico dei datori di lavoro". EQUITA' DI GENERE: Norme di contrasto alle dimissioni in bianco e il rafforzamento fino a tre anni di età del bambino del regime di convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri (al momento è un anno). PAPA' OBBLIGATORIO: Viene introdotto il congedo di paternità obbligatorio (tre giorni) e si approva il regolamente che disciplina le quote rosa nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.  VOUCHER BABY SITTER: Arrivano i voucher per le baby sitter Le neo mamme avranno diritto di chiedere la corresponsione di questi "buoni" dalla fine della maternità obbligatoria e per gli 11 mesi successivi. Li darà l'Inps. ART.18:SE MOTIVO ECONOMICO STRUMENTALE ANCHE REINTEGRO - Per evitare che i licenziamenti oggettivi o economici siano "strumentali" dissimulando motivazioni "di natura discriminatoria o disciplinare", se il lavoratore lo prova "il giudice applica la relativa tutela", dunque eventualmente anche il reintegro. Lo prevede il testo della riforma sul mercato del lavoro approvato dal Cdm. GOVERNO: TUTELE SARANNO PIU' EQUE - La riforma del mercato del lavoro "favorirà, anzitutto, la distribuzione più equa delle tutele dell'impiego, contenendo i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent'anni e adeguando all'attuale contesto economico la disciplina del licenziamento individuale". Così il governo in una nota, dopo il Cdm. "E' prevista l'introduzione di un rito procedurale abbreviato per le controversie in materia di licenziamenti, che ridurrà ulteriormente i costi indiretti del licenziamento". CALDEROLI: SARA' LOTTA SENZA QUARTIERE - "La Banda Bassotti 'Monti, Alfano, Bersani, Casini' dopo aver ammazzato i pensionati ora vuole accoppare anche i lavoratori, con questa 'marchetta' fatta ai grandi imprenditori sull'art. 18. Ma stiano attenti, perché da adesso sarà lotta senza quartiere in Parlamento, nelle fabbriche e nelle piazze".Lo afferma in una nota Roberto Calderoli. FORNERO: RIFORMA SARA' MONITORATA COSTANTEMENTE - "Ci mancherebbe che una riforma così importante non sia costantemente monitorata e valutata". Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, rispondendo in video collegamento da Roma, a una domanda posta da Pietro Ichino nel corso di un convegno a Milano. "Abbiamo sicuramente intenzione - ha spiegato - e dovrebbe essere pratica comune, di procedere a valutazione e monitoraggio di ciò che viene innescato dalla riforma in termini di comportamenti di tutte le parti coinvolte, imprese, lavoratori e P.A."."Che questo si associ necessariamente a una sperimentazione - ha proseguito il ministro Fornero - non è detto, è possibile che le misure vadano in vigore in via non sperimentale, e che siano applicate in maniera estensiva, ma costantemente e attentamente monitorata". Il ministro ha poi indicato il ruolo di Istat e Inps, che sono "fornitori di dati formidabili". "Abbiamo intenzione - ha concluso - di coinvolgerli in modo pieno pensando anche a nuove modalità di raccolta" dei dati. SCHIFANI: MONTI HA SCELTO LINEA DI ASCOLTO - Il governo Monti "ha adottato una linea non dico di mediazione ma di ascolto apprezzabile anche nei confronti del Parlamento" rinunciando a presentare un decreto legge sulla riforma del lavoro. E' quanto ha detto il presidente del Senato Renato Schifani incontrando i giornalisti del Corriere della Sera a Milano. "Non sono né contento né scontento - ha precisato Schifani - ne ho preso atto. Il governo ha fatto questa scelta e la rispetto perché comprendo la delicatezza del tema". Schifani ha però ammonito che "questo non deve significare una dilatazione oltre l'estate che insabbierebbe la riforma e non ce lo possiamo permettere". NAPOLITANO:  'NON CI SARA' VALANGA DI LICENZIAMENTI' -  "Il problema più drammatico è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, non per l'articolo 18 ma per il crollo delle attività produttive". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine di una cerimonia alle Fosse Ardeatine. "Non credo che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell'articolo 18", ha risposto Napolitano ai giornalisti che gli facevano notare come ci fosse preoccupazione nel Paese su questo tema. "Anche perché - ha aggiunto - bisogna sapere a cosa si riferisce l'articolo 18". "Noi andremo ad una discussione in Parlamento dove - ha spiegato Napolitano ai giornalisti che gli chiedevano se il dibattito parlamentare potesse far rientrare la Cgil nell'intesa - si confronteranno preoccupazioni e proposte. Ma io sono convinto che si arriverà ad un risultato del quale si potranno riconoscere i meriti e la validità perché - ha sottolineato - era una riforma da fare". Il presidente della Repubblica ha insistito molto sulla crisi economica ancora in atto e sul fatto che questa colpisce le aziende e taglia posti di lavoro: "quello delle crisi aziendali è il problema più drammatico, le aziende chiudono e i lavoratori rischiano di perdere il posto", ha spiegato. E tutto ciò succede non a causa "dell'articolo 18 ma attraverso il crollo delle attività produttive". Ecco perché, secondo Giorgio Napolitano, "bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti, sviluppi e nuove iniziative in cui possano trovare sbocco soprattutto i giovani". ANGELETTI: BENE DDL,SPOSTA DISCUSSIONE IN PARLAMENTO - La scelta di un ddl per la riforma sul mercato del lavoro è giudicata positivamente dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Sposta il luogo della discussione in Parlamento, quindi probabilmente avremo più ascolto di quanto ne abbiamo avuto con il governo sino ad ora", ha detto il sindacalista parlando a Forum di Cernobbio della Confcommercio. "Se le modifiche saranno approvate dal Parlamento, ovviamente noi rivolgeremo un appello ai gruppi parlamentari", ha aggiunto. UILM: POSSIBILI INZIATIVE UNITARIE CONTRO RIFORMA - I metalmeccanici della Uil considerano "assolutamente inaccettabili" le modifiche sull'articolo 18 che prevedono il solo indennizzo per i licenziamenti per motivi economici e ritengono "possibili" iniziative unitarie con Fiom e Fim per contrastare la riforma. Lo afferma il numero uno Uilm Rocco Palombella.

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