Il concorso? E’ solo propaganda
Data: Venerdì, 23 marzo 2012 ore 11:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Si sono opposti prima al Ministro Moratti, poi a Fioroni e infine alla Gelmini. Hanno unito forze e speranze alimentate da esigenze diverse, ma legate da un’unica forte motivazione: la lotta per salvare la scuola pubblica. Sono i precari della scuola di Salerno che, insieme ai Cobas Scuola e al Comitato genitori di alunni disabili, combattono senza sosta per non far morire l’istruzione pubblica, intesa come bene comune.
Trascorrono gli anni, mutano i Governi, ma compie passi indietro la qualitá della scuola, secondo il Comitato: «L’unica novitá sul fronte Scuola, attualmente, è rappresentata dalla reintroduzione del concorso: si parla di 10mila posti di lavoro nuovi, ma in realtá si tratta di posti giá esistenti e attualmente coperti dai precari – ha osservato, con amarezza, il coordinatore del Comitato insegnanti e personale Ata della Scuola, Alessandro D’Auria – A giugno si terranno le selezioni per le abilitazioni, per partecipare al concorso che, tuttavia, non sará fissato prima del 2013: si tratta dell’ennesima forma di propaganda».

La precarietá, quindi, resta la norma, per il Comitato: «Vogliono farci credere che intendono ringiovanire la scuola, ma di fatto allungano l’etá pensionabile», sottolineano i docenti. Circa tremila, intanto, i posti di lavoro persi in tre anni nella nostra provincia: «Lo scorso anno sono stati registrati circa 800 tagli: considerando i posti di pensionati non ricoperti, risultano circa 500 precari fuori dalla scuola e altri 300 che si sono spostati con la graduatoria». Non solo la questione lavorativa che ha messo in ginocchio innumerevoli famiglie, ma anche e soprattutto quella relativa all’abbassamento della qualitá della scuola pubblica, preoccupa il Comitato.

«L’offerta formativa viene danneggiata in modo irreversibile – ha osservato D’Auria – Con i tagli che hanno colpito in particolar modo i docenti di sostegno, gli alunni diversamente abili subiscono notevoli disagi: c’è un ritorno al passato. Con l’ultimo ridimensionamento, inoltre, sono scomparse 30 autonomie scolastiche, il che implica la perdita per alcuni plessi della dirigenza e di parte della segreteria». Le risorse scolastiche, dunque, non vengono distribuite in modo equo tra i plessi scolastici che fanno capo ad un’unica dirigenza, la quale, lontana da alcune realtá, non riesce sempre a rispondere in maniera idonea a tutte le strutture.

«Non vi è alcuna volontá di investire sulla qualitá della formazione, trattata, al contrario, come una problematica economica», ha concluso D’Auria che, senza perdersi d’animo, porta avanti la battaglia ideologica e culturale del Comitato.

La precarietá senza fine, il timore di perdere l’istruzione pubblica e l’aumento dei tagli alla Scuola: questi i semi che hanno generato la protesta di docenti, genitori ed alunni che, nel 2004, rimboccandosi le maniche, hanno dato vita ad una mobilitazione destinata a durare nel tempo. Nato otto anni fa, infatti, il Comitato dei docenti precari di Salerno ha trovato fedeli alleanze, negli anni, con il Comitato dei genitori di alunni disabili di Salerno e di Battipaglia e con i Cobas Scuola. Presidi, sit-in, incontri presso l’Ufficio scolastico provinciale, sensibilizzazione di enti e cittadini, si sono susseguiti senza sosta. Per seguire le iniziative e avere aggiornamenti sulle iniziative: Tiggilibero.altervista.org oppure Precarisalerno.forumup.it (m.p.)

precaridisalerno@libero.it





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