Al via i Teatri corsari con ''Post mortem'' di Nino Romeo
Data: Mercoledì, 21 marzo 2012 ore 17:30:00 CET
Argomento: Redazione


Catania. Partono i “Teatri Corsari” (il titolo evoca gli “Scritti corsari” di Pasoliniana memoria), una rassegna di drammaturgia contemporanea presso l’Antica Filanda Roccalumera, sede di residenza artistica del CTS, il Circuito Teatrale Siciliano. La rassegna rientra in un ampia programmazione regionale del CTS, quale Circuito Teatrale della Sicilia, che da gennaio a giugno 2012 coinvolgerà circa 30 comuni delle nove provincie siciliane con la proposta di oltre 70 spettacoli teatrali di 10 compagnie italiane del teatro di innovazione e di drammaturgia contemporanea. Ecco gli appuntamenti:   
Venerdì 30 marzo, ore 21: ESSERE E NON ESSERE omaggio a Carmelo Bene di e con Pippo Di Marca prima rappresentazione in Sicilia Il testo è ricavato da scritti e interviste di Carmelo e, specialmente, dal libro dello stesso Bene e Giancarlo Dotto.
Venerdì 13 aprile ore 21: ENTRO I LIMITI DELLA MEDIA EUROPEA, ore 21,00 premio Calcante 2010, (prima rappresentazione nella Sicilia orientale) oratorio in nero per le morti bianche di Nino Romeo con Graziana Maniscalco e Nino Romeo che ne cura anche la regia.
Venerdì 27 aprile, ore 21: CORPI IMPURI di e con Marinella Manicardi (prima rappresentazione in Sicilia). Attrice di grande sensibilità, da sempre impegnata sui temi che riguardano la sfera del femminile.
Venerdì 11 maggio, ore 21: VOLEVO DIRTI di Sabrina Petyx, (prima rappresentazione nella Sicilia orientale). Regia di sabina Petyx.
Venerdì 16 marzo è andato in scena POST MORTEM di e con Nino Romeo regia Pippo Di Marca musiche Luciano Berio. Dal 2006 lo spettacolo è stato ospite in numerosi teatri italiani, tra i quali: il Piccolo Teatro di Milano, il Montevergini di Palermo, l’Atelier Metateatro di Roma; spettacolo di successo scritto da uno degli autori rappresentativi della drammaturgia italiana contemporanea.
Ecco la recensione:
Quella di Delfo Torrisi, protagonista monologante di “Post mortem”, atto unico di Nino Romeo è la storia di un’agnizione, di un’ascesa e di una discesa definitiva agli inferi. Il protagonista, figlio di “Cirinu u munnizzaru”, ormai “prufissuri”, medico da naturali ed esuberanti ormoni (braccati dall’altro sesso) e dotato inoltre di uno straordinario olfatto capace di schiudergli le porte di una luminosa carriera all’Istituto di medicina legale, ripercorre la sua vicenda professionale e umana lungo la sinusoide farneticante del suono-lingua del dialetto catanese.
Con “Post mortem” infatti quel “mistilinguismo” che è certo elemento notevole del teatro di Nino Romeo si è ormai naturalmente riversato nella parlata dialettale (si pensi a “Cronica” o a “Fatto in casa”) ormai ‘logos’ per eccellenza: certo come dichiarato ossequio alla paterna “sapienza linguistica”, ma soprattutto varco meticoloso - come ha notato Fernando Gioviale nella prefazione al volumetto a cura del Gruppo Iarba che contiene l’atto unico - attraverso cui percorrere dal “ritorno consapevole e studiato alla cultura, la salvezza della memoria della natura”. Nell’arco di tre sequenze, lo (h)umor alcholicus su cui s’avvita la voce di Nino Romeo consente a Delfo di sciorinare, unica compagnia un tavolo affollato di bottiglie e di bicchieri mai vuoti (e nella ovvia metafora dello spazio minimo, fetale, del teatro la regia di Pippo Di Marca rivela il suo geniale lampo) una vicenda apparentemente surreale, giocata tra i poli opposti di Pirandello e di Brancati lungo un climax narrativo incalzante e convulso. Anche se struttura, contenuti e scioglimento della vicenda potrebbero benissimo evocare anche atmosfere boccaccesche ora le più dolenti ora le più erotiche; anche se “Post mortem” potrebbe condurre sugli spinosi sentieri, che so, di una devastante decostruzione alla Celine, Nino Romeo impone alla sua messa in scena un procedimento degenerativo: non solo narrativamente, attraverso una sorta di caccia all’uomo (Delfo vilipeso, perseguitato poi retrocesso alla mansione di “spaccamotti”…) ma soprattutto attraverso una dinamica drammaturgica costruita su un mutevole gioco di ruoli, grazie al quale il protagonista si racconta in prima e in terza persona, teso a spostare ogni equilibrio raziocinante anche nello spettatore. Perciò Romeo-Delfo è una antifrastica sirena autoseducente: offrendosi questa volta la letteratura se non come salvezza almeno come confessione/rivoluzione, ricerca – “post mortem” appunto - di un com/patire che nessuno avrebbe mai pensato di concedere al protagonista. Cui il “rasto” intimissimo della sua carne accorda, alla fine, una redenzione tutta umana.

Giuseppe Condorelli
condorg@tiscali.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2476961.html