Quale scuola siciliana per il nuovo anno? Che tempo fa?
Data: Martedì, 20 marzo 2012 ore 09:30:00 CET
Argomento: Redazione


In un recente intervista pubblicata da “La Sicilia” di Catania la preside Ornella Campo della Scuola Berlinguer di Ragusa ha evidenziato il malessere della  scuola ragusana e la mancanza di risorse da parte della Regione. Il Progetto regionale  POR Avviso 10 contro la dispersione scolastica che aveva messo in atto tante belle energie e prospettive di recupero e di sviluppo sociale e culturale non è partito.
La scuola catanese dall’altra parte non  vive certamente una bella stagione e potremmo continuare a segnalare come i POR che erano nati come soluzione al precariato con il nome di “progetto Leanza” dal nome dell’assessore regionale del momento, ha attivato la prima annualità e mancano  ancora dei fondi per completare  i pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali , mentre della seconda annualità, avviata nel mese di giugno-settembre e conclusa a dicembre  2011 non è pervenuto neanche l’annunciato   e previsto anticipo.
Il corso ha comportato anche delle spese di cancelleria e materiale didattico di cui i corsisti hanno fruito ma non si ha notizia di assegnazione di fondi. Tanti operatori scolastici: docenti e assistenti amministrativi hanno lavorato con impegno e professionalità e non hanno ancora percepito alcun compenso.
Come si possono avviare i progetti se le spire della burocrazia soffocano ogni entusiasmo e mortificano i desideri di dare risposte ai bisogni di sviluppo  e di qualità della scuola?
Nell’articolo citato si denuncia la carenza e la limitatezza di posti a tempo pieno che al Nord è del 40% mentre nelle scuole del Sud è al 5%.
Le carenze storiche hanno reso difficile l’attivazione, ma proprio adesso che si registra un positivo risveglio, si rimane bloccati dalla ristrettezza dei numeri.
L’organico delle classi - ancora non si ha notizia circa i nuovi parametri -  negli anni precedenti ha confermato i posti assegnati per le classi a tempo pieno senza prendere in considerazione la formazione di  nuove classi a seguito delle richiesta di servizio scolastico a tempo pieno e  non  si sa quale tipo di copertura si prevede e quali servizi potranno essere espletati.
Quale soluzione adottare? Non offrire il servizio richiesto  e  far venir meno un progetto di migliore qualità didattica ?
Assicurando un adeguato tempo scuola per le famiglie che non possono seguire i figli in orario pomeridiano, la scuola a tempo pieno ha colmato un vuoto sociale educativo ed ho prodotto quel necessario metodo di studio che costituisce la base solida  per lo sviluppo nell’apprendimento futuro, assicurando un maggior tempo scuola per un efficace apprendimento e sviluppo di competenze.
Ora questo servizio, richiesto dai genitori, riconosciuto come diritto, passa attraverso le forche caudine di una logica di riduzione e di contrazione di risorse e riesce difficile garantirlo a tutti,  anche quando si possono garantire tutti i servizi necessari degli spazi e della refezione scolastica, condizione necessaria ed indispensabile per garantire il suddetto servizio.
Negli anni precedenti è stata una lotta poter assicurare i servizi richiesti e non si sa cosa succederà il prossimo anno scolastico che con le nuove iscrizioni comincia a prendere spessore e consistenza.
La modificata geografia scolastica siciliana a causa del dimensionamento, la consequenziale girandola di docenti, i nuovi istituti “comprensivi” e originati da “fusioni” e “aggregazioni”  che dovrebbero ripartire dall’anno zero per una nuova avventura  di servizi e di offerte formative e poi ancora il “pensionamento coatto” di tanti dirigenti ricchi di esperienza e di competenze professionali, annuncia un anno scolastico alquanto incerto e sempre più insicuro.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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