La scuola ha fatto gli italiani, e cambiato la società nel profondo
Data: Martedì, 20 marzo 2012 ore 04:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
"La scuola
ha avuto un ruolo unico nel percorso unitario, innervando la storia
d'Italia dal 1861 a oggi, ed è stata il filo rosso attraverso il quale
si sono snodati i nostri 150 anni di vita nazionale". Lo ha detto il
ministro dell'Istruzione Francesco Profumo nel discorso pronunciato al
Quirinale in occasione della cerimonia conclusiva delle celebrazioni
per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Profumo ha spiegato che la scuola
ha trasmesso nei cittadini italiani «quei valori che il Risorgimento
aveva concretizzato a livello politico e istituzionale. In questo senso
- ha detto - la scuola ha davvero “fatto gli italiani”, e cambiato la
società nel profondo, radicando nel nostro spirito e nella nostra
coscienza un carattere identitario che ci ha reso nazione, nel segno
dell'uguaglianza e della libertà».
Profumo ha aggiunto che proprio la scuola è stata anche «la premessa e
lo strumento per una crescita costante della condizione sociale di
milioni d'italiani, favorendo la lotta all'analfabetismo e la
democratizzazione dei processi di accesso all'istruzione" e che adesso
le istituzioni scolastiche «sono chiamate a fare ancora di più:
favorire i processi di inclusione in un'Italia multiculturale e
multietnica, educando a una cittadinanza attiva e consapevole;
migliorare il capitale umano, favorendo l'integrazione tra istruzione e
lavoro; lottare contro la dispersione scolastica in linea con i
documenti di Europa 2020; creare una società coesa e moderna a partire
proprio dalle competenze trasmesse ogni giorno nelle aule da tanti
bravi insegnanti».
«La sfida educativa, a scuola come all'università, è senz'altro la più
difficile che abbiamo davanti - ha quindi proseguito il ministro - ma
anche la più affascinante. Da lì passa la costruzione di un futuro
migliore per i giovani e quindi per il Paese. Il governo, sin dal suo
insediamento, ha riconosciuto come strategica, per il rilancio e la
competitività dell'Italia, l'attenzione verso le nuove generazioni».
Poi, un accenno alla "delicata" fase di discussione che riguarda il
tema del lavoro, nella quale, ha sottolineato Profumo, "dobbiamo
pensare a una nuova alleanza tra formazione e professione, nella logica
di un processo che si snodi lungo tutto il corso della vita, con
un'alternanza scuola-lavoro che diventi elemento anticipatorio rispetto
all'invecchiamento precoce delle conoscenze".
"Ciò dovrà rappresentare un elemento di strategia generale per un Paese
che, attraverso lo sviluppo, voglia ritrovare coesione sociale ed
elementi in grado di assicurare una prospettiva ai giovani. Ovviamente
questo obiettivo - ha concluso - deve partire dalla formazione, che
dovrà rilanciarsi nel futuro attraverso nuovi strumenti e strategie in
grado di preparare gli studenti a un ruolo di protagonisti in una
società sempre più competitiva e globalizzata. Questo difficile compito
può essere svolto soltanto se sapremo essere, ancora una volta,
comunità nazionale e di intenti. Superando steccati e rendite di parte
per un obiettivo comune di sviluppo e benessere maggiore per tutti.
lastampa.it
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