Il 17 marzo, l’unità in cammino
Data: Sabato, 17 marzo 2012 ore 17:55:45 CET
Argomento: Redazione


I 150 anni dell’unità d’Italia costituiscono un appuntamento che ci vede, come cittadini e come  cattolici, particolarmente partecipi perché parte integrante della nostra nazione. La recente polemica  della festa del 17 marzo manifesta ancora i diversi volti di un’Italia non ancora fatta e della grave carenza del senso dello Stato, che negli anni non  è stato bene coltivato  e sostenuto da una adeguata azione formativa. Anche l’Azione Cattolica che è stata  tra le primissime realtà dello Stato unitario ad avere una connotazione nazionale, da sempre  impegnata a formare le coscienze, capace di offrire alle persone di ogni età e condizione di vita un cammino di attenzione all’altro e al bene comune si inserisce nelle celebrazioni con un documento  dal titolo  Misura, decoro, rispetto: modelli per le nuove generazioni  che sottolinea gli aspetti  di natura educativa delle vicende politiche dell’Italia forse sinora sottovalutate. L’unità della Repubblica oggi sollecita e richiama costantemente la  solidarietà nazionale,  le autonomie e dinamiche internazionali”. 
In questa prospettiva educativa  l’Azione  Cattolica   intende offrire una propria valutazione delle vicende politiche del Paese facendo proprio l’allarme lanciato dal cardinale Angelo Bagnasco, nella recente prolusione ad Ancona al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, a proposito del “disastro antropologico che si compie a danno dei giovani e di quanti sono nell’età in cui si fanno le scelte definitive per il futuro della propria esistenza” ponendo in essere “una rappresentazione fasulla dell’esistenza e indicando un tipo di successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé”.
“Non è, infatti,  educativa l’immagine della donna emersa in numerosi racconti giudiziari e mediatici. Ne è stata ripetutamente e insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza”. Allo stesso tempo “non è educativa l’immagine dell’uomo incapace di riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio egoistico di possesso” e la recente manifestazione di piazza  arriva in ritardo rispetto ai tanti programmi televisvi che in questi anni hanno fatto scuola di veline e di falsi modelli  e d ancora non smettono la loro perversa opera diseducativa
È, invece “educativo” proclamare   con forza, con parole condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna”. Per questo,  ci chiede  al mondo dei media un modo diverso di comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a corpo da guardare, da possedere, da sfruttare”.
Non è educativa, ancora l’idea che i giovani e gli adolescenti, per realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie. È difficile, infatti costruire un mondo diverso e migliore se l’unico insegnamento trasmesso alle nuove generazioni è quello di cercare ostinatamente i favori del potente. È, invece “educativo”, ed importante, valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri.  Senza cadere nel moralismo di facciata scegliamo con consapevolezza quali modelli culturali offrire a tutti e la cultura cattolica, la religione, la dimensione spirituale dell’uomo ne ha tanti da proporre e non occorre andarli a cercare nei surrogati dei programmi televisivi e delle ricerche d’oltre oceano.
Inoltre secondo l’Azione Cattolica sul fronte del diritto di informazione non è educativa  la percezione che il riserbo delle inchieste giudiziarie sia costantemente minato da interessi politici e giornalistici, e che sul sistema della giustizia si addensi l’ombra della manipolazione di parte”. Allo stesso tempo, “diseduca al valore dell’informazione assistere sui media ad una guerra frontale, caratterizzata anche da 'dossieraggi' e 'killeraggi' contro i propri 'nemici', che siano politici della parte avversa o magistrati o uomini della cultura e dell’informazione”.
Il richiamo alla  deontologia e all’imparzialità nelle professioni e nei ruoli e  alla responsabilità  personale  costituisce una garanzia  per la tenuta della democrazia”.
Diventa, dunque, educativo promuovere uno sforzo per tenere le istituzioni fuori dalla bagarre, restituirle alla loro credibilità pubblica e alla loro funzione di servizio, facendo in modo che in queste vicende possano essere punti di riferimento saldi, e non parti in gioco al fine di rendere concreto l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile
Nella lettura storica dei 150 anni dell’Unità d’Italia  è “educativo” valorizzare ciò  che di buono e  di operoso,  è stato realizzato negli anni  e  si  sono realtà, civili e ecclesiali che ogni giorno si sforzano di veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori positivi e condivisi” così come “ci sono agenzie educative, come la scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una vita civile consapevole”. Senza dimenticare che “ci sono famiglie – le quali costituiscono ancora il cardine della nostra società – che, pur fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento etica ai loro figli. Forse in questo momento tutto ciò può sembrare di secondaria importanza, ma chi crede nel futuro sa che non è così.
E’ per questo, si legge del documento:  che ci appelliamo a tutti i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente, per il bene del Paese.
Recuperare  il senso della misura, del decoro e del rispetto è un monito che viene dal cuore di tanti italiani che  nel bianco del tricolore, tra il rosso ed il verde  della bandiera, scrivono la loro pagina di storia, di civiltà e di progresso . Con  giovani italiani come questi si può costruire un domani migliore.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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