Ecco proposte e richieste dei 61 présidi «virtuosi»
Data: Mercoledì, 07 marzo 2012 ore 15:10:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Fabrizio Barca Sono 61 i présidi siciliani - selezionati dal ministero per i buoni esiti nell'uso dei fondi europei - chiamati a concorrere alla formulazione dei futuri interventi e programmi per la scuola. A loro il ministro Barca ha chiesto di esprimere con schiettezza quali sono i punti deboli delle procedure fin qui seguite nell'utilizzo dei cospicui fondi comunitari destinati alle scuole. Un invito accolto dai dirigenti d'istituto che, per gentilezza istituzionale, hanno evidenziato anche i punti di forza di questo processo che ha dato l'opportunità, soprattutto ai ragazzi delle aree e delle famiglie più disagiate, di fare esperienza altrimenti loro precluse. Grazie ai fondi europei migliaia di studenti per la prima volta hanno preso un aereo, sono andati all'estero, hanno conosciuto realtà diverse, hanno studiato l'inglese e fatto stage in aziende. La scuola, dunque, si mostra sempre più il principale agente di internazionalizzazione del nostro territorio, luogo di coesione sociale, opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, ambito dove si cominciano a sperimentare le proprie competenze e, soprattutto, spazio di legalità, qualità ed equità. Così almeno dovrebbe essere. I fondi europei, concordano tutti, sono una risorsa essenziale per le scuole, tanto più in questo periodo di tagli drastici, ed è grazie a loro se la dispersione scolastica è stata contenuta e contrastata, almeno in parte.

E poi ci sono le criticità. Tante. Le scuole sottolineano la difficoltà di passare dai criteri di valutazione tradizionali alla certificazione delle competenze, chiedono che sia valutabile lo scostamento tra le competenze iniziali e quelle acquisite dopo la formazione e le esperienze fatte. E chiedono che anche i docenti siano obbligati alla formazione e all'apprendimento e all'uso delle nuove tecnologie. Reputano essenziale potere progettare sulla base dell'analisi dei bisogni del territorio e, per questo, chiedono un tavolo permanente di rapporto tra la scuola e le imprese in modo da conoscere prima della progettazione dell'offerta formativa quali sono le esigenze delle imprese e quali di loro sono disponibili ad accogliere gli studenti nell'ottica di farli imparare piuttosto che utilizzarli come manovalanza. Ancora segnalano che spesso le ditte, temendo i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti, non forniscono il materiale necessario alle scuole, o non rispondono ai bandi, e che, a causa di ciò, molte scuole sono costrette a non attivare laboratori e a restituire i fondi ottenuti. Chiedono un forte raccordo tra Regione e ministero e tra scuola e territorio, come hanno fatto alcune scuole dello Zen, a Palermo, inventando la figura della mamma-tutor che tiene i rapporti tra scuola e famiglie e arriva lì dove non possono i docenti e le forze dell'ordine. E chiedono strutture scolastiche dignitose e sicure, essenziali in una terra sismica. Presupposto essenziale di ogni riforma.

Pinella Leocata
La Sicilia





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