Barca: «Avvicinare la scuola al mondo della produzione»
Data: Mercoledì, 07 marzo 2012 ore 12:17:15 CET
Argomento: Rassegna stampa


Fabrizio Barca Alcuni studiosi americani e tedeschi hanno quantificato l'incidenza dell'istruzione sul Pil di uno Stato arrivando alla conclusione che le competenze che si acquisiscono in tre anni di istruzione (100 punti Ocse-Pisa) fanno crescere il prodotto interno lordo di 1,6 punti percentuali. Come dire che l'istruzione, e solo l'istruzione, può colmare il divario tra Nord e Sud e superare la questione meridionale. Questo il senso del raccordo tra ministero della Coesione territoriale e ministero della Pubblica istruzione per utilizzare al meglio le risorse comunitarie modulando per gradi un programma volto allo sviluppo di competenze che rispondano ai bisogni del territorio e delle imprese. Ieri, nella sua giornata siciliana, il ministro Fabrizio Barca ha sperimentato la distanza tra mondo della scuola e mondo della produzione, ognuno dei quali accusa l'altro di indifferenza e di estraneità. Di qui la sollecitazione all'assessore regionale alla Pubblica istruzione Mario Centorrino di costituire un tavolo permanente che raccordi scuole e aziende anche attraverso la redazione di un elenco delle imprese accreditate.

Di contro l'assessore Centorrino chiede al ministro Barca di rimodulare i criteri nello stanziamento dei fondi. Vorrebbe che i 100 milioni destinati alla Sicilia per accrescere le competenze di base degli studenti andassero metà alla conoscenza dell'inglese e metà all'approfondimento della matematica, a partire dalle elementari. Ancora. Chiede che i 900 milioni destinati in parti uguali all'edilizia scolastica, a contrastare la dispersione scolastica e ai laboratori didattici siano invece centrati soprattutto alla messa in sicurezza delle scuole. E il presidente della Provincia Castiglione chiede che si cominci a lavorare alla fase di programmazione per i futuri fondi 2004-2020 perché è questo il momento cruciale, il più importante per un uso utile ed efficiente delle risorse. Al ministro sollecita anche attenzione per le infrastrutture scolastiche, l'efficienza energetica e la banda larga.

Tavolo permanente tra scuole e imprese
Carmelo Maccarrone, preside del Nautico Duca degli Abruzzi, la scuola che ieri ha ospitato l'incontro con il ministro Barca, si dice molto soddisfatto dell'incontro. Innanzitutto per «la disponibilità all'ascolto» e poi per la volontà di procedere per gradi «e questo significa evitare di perdersi nei meandri delle procedure amministrative». Essenziale, dunque, il raccordo tra istituzioni scolastiche, Regione e ministero della Coesione territoriale che, a sua volta, impegna la direzione della Pubblica istruzione a seguire il procedimento e i processi. «E questa è una novità assoluta». Ancora. «L'ascolto dei presidi è un salto di qualità che responsabilizza noi e impegna la Regione». Il preside Maccarrone inoltre reputa un'importante novità quella relativa alla valutazione. «Non interessa tanto monitorare, ma verificare effettivamente se e come le varie iniziative hanno aumentato le competenze degli studenti e se queste buone pratiche sono diventate sistema. E questo ci impone di valorizzare le istituzioni del territorio». E conclude. «Rilevo che il ministro concorda con noi sulla necessità di un tavolo permanente tra scuole e imprese».

Non dimenticare la scuola media
La prof. Daniela Vetri è la dirigente della scuola media statale Dante Alighieri. Ed è tra i pochissimi presidi di scuola secondaria di primo grado (dieci in tutto su 61 capi d'istituto) presenti alla riunione operativa voluta dal ministro Barca.
«All'inizio - dice - quando ho ricevuto l'invito ho pensato uno sbaglio. E ancora, l'ho pensato, quando si è ripetutamente parlato degli stage per l'alternanza scuola-lavoro. E invece penso che non vada trascurato il primo gradino della formazione scolastica, appunto la scuola media».
«Utilizzatrice» per il suo istituto, di tanti progetti targati Fse, la prof. Vetri mostra di apprezzare l'impostazione del rappresentante del Governo, così come è stata presentata ieri. «Il ministro Barca è convincente - dice - si sta interrogando molto sull'impatto di questi progetti sulle scuole e sulla necessità di certificare in qualche modo le competenze apprese da parte dei ragazzi, ma anche le competenze dei docenti impegnati in questi progetti formativi. Ecco - conclude - se avessi potuto fare una domanda (gli interventi erano programmati n.d.r.) avrei chiesto di uniformare le modalità di autovalutazione nei vari istituti».

Valutazione dei risultati
Secondo Lillo Cassia, preside dell'istituto professionale Fermi, «il ministro, con un linguaggio nuovo, ha messo in evidenza quali sono i punti critici della scuola». Innanzitutto la necessità di valutare l'efficacia dei considerevoli fondi che l'Europa ha erogato alle scuole che li hanno utilizzati per «esperienze più simili ai viaggi di istruzione». «Per la prima volta un ministro parla di valutazione dei risultati e questo significa il confronto tra i risultati attesi dagli obiettivi dei progetti e i risultati ottenuti in termini di certificazione, l'unico metodo per valutare se c'è stato un miglioramento delle competenze acquisite e anche l'unico criterio per rilevare la validità di un progetto». Inoltre, l'esperienza dello stage è fondamentale per facilitare l'ingresso degli studenti nel mondo del lavoro, ma «anche il ministro ha sottolineato che manca un'interfaccia tra ente locale, scuola e imprese. Regione e Provincia devono realizzare sportelli che assicurino un contatto continuo tra scuole e associazioni datoriali. Questo è essenziale anche per rivedere, in base alle esigenze del territorio, i contenuti didattici e per rimodulare i contenuti dell'offerta formativa. Questo significa flessibilità e autonomia».

Aperto al dialogo attento alla realtà
«Ho apprezzato molto il taglio dell'approccio del ministro Barca: pratico e operativo». E' un «dieci» tondo quello che la prof. Gabriella Chisari, da un paio d'anni alla guida del liceo scientifico Galileo Galilei, dà al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca.
«Lo conoscevo già - dice - sono stata anche a Napoli il mese scorso, in occasione della visita del commissario europeo per le politiche regionali, e anche in quel caso ho avuto l'impressione, per la prima volta, di un ministro aperto, con una grande disponibilità al dialogo, ma soprattutto attento alla realtà.
«L'utilizzo appropriato dei fondi comunitari - riprende la prof. Chisari è essenziale. E il Piano che ci è stato presentato scende molto in profondità sulle esigenze dei nostri studenti. Che sono poi quelli relativi a un collegamento stabile fra la scuola e il lavoro, all'apprendimento delle lingue, all'orientamento, che deve essere una misura costante e continuativa. Ma soprattutto - continua - si tratta di misure importanti perchè servono a prevenire, in determinati contesti, il fenomeno della dispersione scolastica, e a orientare, appunto, le scelte dei nostri ragazzi».

P.L. e R.J.
La Sicilia





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