Commissioni per sorteggio, ai ''baroni'' non piaceva
Data: Sabato, 03 marzo 2012 ore 12:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Bari - Un gruppo di docenti universitari avrebbe esercitato pressioni sul ministero dell’Istruzione, e probabilmente direttamente sull’ex ministro Mariastella Gelmini, per ostacolare la riforma dell’Università, poi approvata dal Parlamento nel dicembre 2010. E’ uno dei particolari che emerge dalla maxi inchiesta condotta dai pm della Procura di Bari, Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli, su una presunta rete nazionale che avrebbe gestito illecitamente i concorsi per docenti in materie giuridiche. Pare che dalle indagini investigative emerga un quadro secondo cui taluni docenti universitari avrebbero voluto impedire che alcune modifiche, poi introdotte dalla riforma, potessero andare in porto. Tra queste, quella che riguarda i meccanismi di scelta dei commissari d'esame. La riforma universitaria ha previsto, sin dalla sua prima stesura, il sorteggio dei componenti della commissione. Una modalità che sembra non fosse gradita ad un numero cospicuo di docenti i quali, per questo, avrebbero esercitato pressioni sul dicastero di vale Trastevere affinché tutto rimanesse immutato. A cio si aggiunge che questo gruppo di professori avrebbe tentato di evitare, inutilmente, l'adozione di un di codice etico che impedisce a parenti di lavorare nello medesimo dipartimento universitario. Il fascicolo d’indagine è stato aperto nel 2008 per fatti risalenti agli anni 2006-2011. I magistrati della Procura di Bari ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata a corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico a carico di 22 docenti di 11 città italiane, tra cui Bari.

go-bari.it





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