Metti la vita in versi
Data: Sabato, 03 marzo 2012 ore 01:35:55 CET
Argomento: Redazione


Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, nè potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettano occhiate
d’accordi. E gli astanti s’affacciano
al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.
Inoltre metti in versi che morire
è possibile a tutti più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.

Sono i versi di Giovanni Giudici,  un manifesto per chi fa poesia e intende, per poesia una traduzione della vita stessa. Perchè si scrive poesia? E perché la poesia è il linguaggio eletto per raccontare se stessi al mondo? E come vivono i poeti? Quali i mestieri di vivere che portano avanti la scrittura poetica? Chi sono gli altri artefici della scena poetica? Gli editori e i critici, ad esempio. E’ vero che si scrive poesia più di quanto non ne venga letta? Ma di scrivere non si smette mai, anzi aumentano i poeti che pubblicano con piccole case editrici. Scrivere è una necessità. Numerosi sono i blog letterari che ospitano contributi poetici e la rete contribuisce alla diffusione della poesia. Roberto Saviano su Raitre in prima serata legge, le poesie di Wisława Szymborska, producendo l'immediata vendita in un solo giorno, di quindicimila copie de La gioia di scrivere, dimostrando che la poesia riesce a parlare in una lingua comprensibile delle questioni su cui ogni uomo riflette; la poesia sa farsi ascoltare anche da interlocutori che si vorrebbero distratti e distanti, i telespettatori. Spazio-poesia onderadio, onderadio-poesie spazio per l'anima.
Penso, ai tanti studenti che custodiscono, gelosamente nelle Smemoranda e Comix, piccole perle di scrittura, dense di vita. Penso a al loro lasciarsi ''innamorare'' dai versi di Majakovskij, affidati, da qualche insegnante alla lavagna, per il solo gusto del contagio poetico.
Scrivere è una necessità biografica, perchè come direbbe Rilke, ai nostri giovani poeti, con la poesia  ci si ''Guarda dentro''.
In un libro dal titolo Scrivere, Marguerite Duras, parla della scrittura, come momento liberatorio e gratuito, “la liberazione è quando si fa buio. Quando fuori cessa il lavoro. Rimane il nostro lusso di poter scrivere nel buio. Possiamo scrivere a qualunque ora. Non siamo penalizzati da ordini, da orari, da capi, da armi, da multe, da insulti… e ancora da capi”.
La scrittura  poetica è necessità e libertà insieme. E' un valore autentico e un bene indispensabile. E' conoscenza e bellezza. E' legame indefinibile con la verità e la perfezione. E' consolazione e giustizia. E' conoscenza, fede, mistero.
E' piu cara della vita  perchè, come scrive Camillo Sbarbaro
...A noi che non abbiamo
altra felicità che di parole,
... se non è troppo chiedere, sia tolta
 prima la vita di quel solo bene. 

Giusi Rasà
giuni_it@yahoo.it







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