Pių banchi, meno banche!
Data: Lunedė, 20 febbraio 2012 ore 09:00:00 CET
Argomento: Sindacati


"Non è colpa del SISA se gli anni passano, ma i problemi, sempre quelli, restano". Solidali con la Grecia, presenti a Saragozza alle giornate europee, in azione in Italia. Non ce ne voglia il neo-ministro, ma c’è sempre il solito Profumo di banche nella scuola e nella società, anzi lo stesso olezzo. Bankitalia scopre che sono finiti i risparmi degli italiani e che nessuno deposita più, i soldi se ne vanno per sopravvivere nel corso del mese, tra uno stipendio e una indennità di disoccupazione, anche perché i nonni non possono allungare i soliti cento euro ai figli col mutuo, ora pure loro arrancano. Intanto il ministro Fornero, in perenne stato confusionale, continua a credere che licenziare sia un buon modo per creare occupazione, le proponiamo anche: per curare il dito taglia la mano, per rianimare il morente prendilo a mazzate sulla testa. Da ultimo arriva qualche economista vicino al governo che trova la soluzione magica: licenziare 200mila statali, magari nei comparti istruzione e sanità, in modo da chiudere qualche scuola e qualche ospedale in più, si dovrebbe così salvare il bilancio statale (noi non lo crediamo) e intanto, di questo ne siamo certi, si ammazza il popolo, come in Grecia. Il SISA, lo ribadiamo, è solidale e presente in terra ellenica con un gruppo di docenti e cittadini italiani e greci aderenti al nostro sindacato, impegnati nella battaglia sociale. Le chiamano ricette per la crescita, ma è solo e soltanto macelleria sociale, della più brutale. Non stupisce allora che il SISA, unico sindacato italiano, sia invitato alla settima edizione delle giornate europee sull’educazione e l’esclusione sociale di Saragozza, nel cui manifesto campeggia una motosega insanguinata, promosse dall’ASSI (Associazione Sociale e Sindacale Internazionalista) in collaborazione con il prestigioso ateneo cittadino. Porteremo a Saragozza la voce delle lotte italiane, dagli indignati ai lavoratori, ma anche e soprattutto le nostre proposte per una società possibile, emancipata dai poteri forti, ecosostenibile, fondata su valori che non siano la mercificazione permanente di ogni aspetto della vita. Ascolteremo con attenzione le tante voci che converranno da tutta Europa e dall’Africa, cercando insieme una sintesi possibile, mettendo a vantaggio di tutti il patrimonio di idee che il SISA costruisce ogni giorno nel confronto con chi è impegnato in prima persona, pensiamo ad esempio ai nostri amici di piazza Tahrir in Egitto e al gruppo SISA di Berlino, entrambi incontrati in questo mese di febbraio.
Concludendo, non è colpa del SISA se gli anni passano, ma i problemi, sempre quelli, restano. Siamo nati quattro anni e mezzo fa, dicendo due cose fondamentali, bisogna ragionare in termini europei e bisogna uscire dalla centralità dei mercati speculativi, ripensando la scuola e la società in termini capaci di futuro. Avevamo allora inventato uno slogan che oggi è mondiale, non vogliamo accampare meriti, ma che si riconosca la lucidità della nostra analisi, gridavamo nel 2007, per primi: “+ banchi, meno banke!”, siamo nel 2012 e sentiamo di dover gridare ancora e con più forza: “+ banchi, meno banke!”.

Davide Rossi
Segretario generale





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