Verga da 'Ntoni a Gesualdo
Data: Domenica, 19 febbraio 2012 ore 09:00:00 CET
Argomento: Redazione


Nuccio PalumboE’ stato detto che il futuro di ‘Ntoni  Malavoglia  è mastro don Gesualdo. Il canto ammaliatore del progresso ha sopraffatto il cuore e la mente di ‘Ntoni  e ha  messo in discussione  ai  suoi occhi  la visione arcaica del mondo su cui poggia l’etica del sacrificio e della sopportazione della fatica propria di padron ‘Ntoni;   la famiglia patriarcale sobria, onesta,  e contenta del poco, la dura  vita dei poveri pescatori,  non reggono al confronto del benessere  e della felicità promessi dall’ideologia del moderno. Il luogo-isola, il luogo del tempo sacro del nonno,  dove si custodiscono i valori consacrati  dalla tradizione, non esiste più, travolto dal dinamismo del tempo aperto e "sconsacrato" della modernità;  ‘Ntoni   l’ha capito tutto questo  e, ora che sa, non può più restare  in paese, deve andarsene . Che cosa ha capito ‘Ntoni? Che la sola ed esclusiva logica che governa il mondo è quella economica fondata sulle regole disumane e immutabili  dell’egoismo e dell’utilitarismo. Non c’è posto per i sentimenti, per la poesia e per il sogno, per la solidarietà e l’amicizia disinteressata. Per avere successo bisogna tagliare le proprie radici, uscire dal guscio. Così, esce di scena ‘Ntoni  per impersonare, sott’altro nome ed altre  vesti,  un’altra storia fatta  di un’altra fede: quella dell’ideologia del moderno; è la storia di mastro don Gesualdo!
Storia di un personaggio "non più epico" , ma – come scrive Bachtin-  'romanzesco',  costretto, dentro i limiti di un presente storico convulso e instabile, a confrontarsi e a lottare, scomparsi i miti antichi, con i nuovi miti moderni della alienazione e della economicità, dell’interesse della 'roba'.  I risultai di questa lotta  saranno la solitudine, l’amarezza  e  il fallimento  esistenziale  verso cui  in definitiva si risolve  il ‘successo’  di Gesualdo. Un successo che reca in se stesso la sua maledizione e la sua condanna.
Gesualdo è il ‘doppio ‘ di ‘Ntoni,  ma  ancora più tragico e  disperato  appare  il suo orizzonte di storia, privo di idillio e senza miti, più innaturale e dolorosa  la sua "ascesa sociale", perché:
"le pesche non s’innestano sull’ulivo" e – come scrive Sipala: "è impossibile spezzare la barriera della incomunicabilità del sangue".

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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