Scuola e droga - recuperare la fiducia
Data: Domenica, 19 febbraio 2012 ore 08:30:00 CET
Argomento: Redazione


La notizia ed i commenti su  quanto accaduto a Castelfiorentino  dove un docente dell’ dell'istituto Statale di Istruzione Superiore  ad indirizzo alberghiero “Federigo Enriquez” di Castelfiorentino  e' stato arrestato dai carabinieri, sorpreso davanti all'istituto con cocaina e marijuana,  ha suscitato tra i genitori notevoli perplessità e preoccupazioni.
Noi genitori affidiamo i nostri figli alla scuola, abbiamo fiducia in chi li educa e li istruisce e non sappiamo cosa succede oltre il cancello” “Come possiamo continuare ad avere fiducia nella scuola se succedono queste cose?
Sono queste parole di forte condanna che responsabilizzano la scuola come istituzione e tutti gli operatori, docenti e personale ATA che a qualsiasi titolo sono “educatori”
Il prof, Giuseppe Ferrucci, 42 anni, è ora accusato di detenzione ai fini di spaccio. Nascosti nella sua auto c'erano 5 grammi di cocaina, già  divisi in confezioni da un grammo, e 45 grammi di marijuana. Una telefonata anonima  ha comunicato alle Forze dell’Ordine  che l'insegnante spacciava a scuola. Ecco i frutti delle immissioni in ruolo ope legis e delle graduatorie che come “cavalli di Troia” custodiscono all’interno anche i traditori dell’azione educativa ed i falsi docenti, perché, privi di valori e di motivazioni educative provocano danni irreparabili tra gli studenti.
A sovrintendere e controllare la vita scolastica è certamente il preside, ma quali poteri ha per verificare  i valori di un educatore che non possono essere oggetto di verifica e di valutazione.
Anche l’abbigliamento  discutibile di alcuni docenti che si presentano a scuola con jeans stracciati e adornati  di orecchini e piercing , ancorché criticato, non può essere contestato. Non esistono, infatti poteri sanzionatori,  dato che il codice deontologico professionale degli operatori della scuola non ha la valenza di legge e non risulta tra le norme di obbligo morale e civile del docente.
E’ drammatico pensare che viene meno tra gli studenti e i genitori la fiducia nella scuola.
Leggendo l’appello dello studente  diciassettenne : “non gettare la vita tra le mani di chi ti vuole male, non gettarti nelle braccia di chi sta cercando di toglierti il futuro. Studia, leggi, informati il più possibile, dedicati alle tue passioni, alla musica allo sport e impara a difenderti, a gridare la tua opposizione perché se vuoi un futuro, dovrai conquistartelo giorno per giorno, con le unghie e con i denti. Ama la tua vita, perché hai avuto questo dono ma, stanne certo, non ci sarà una seconda chance” si coglie tanta maturità tra  ragazzi con la testa sulle spalle che sanno comprendere, discernere e ragionare, nonostante i cattivi esempi.
L’azione preventiva che la scuola svolge non si può, infatti, limitare all’informazione teorica, scientifica, sanitaria e psicologica, ma deve aiutare i ragazzi a comprendere il danno che essi stessi  producono al loro futuro. La metafora dell’albero di Natale dove le batterie delle luci  vengono a poco poco interrotte, anche se non si nota subito il danno provocato dall’assunzione delle droghe dette “leggere”, dovrebbe far comprendere  le reali conseguenze di ciò che avverrà domani.
Se dai frutti si conosce la bontà degli alberi, la triste constatazione delle crisi  esistenziali di tanti ragazzi, spesso a causa della mancanza di una famiglia unita  e  quindi delle deleghe educative in bianco, dovrebbe promuovere una convergente azione di cooperazione per rispondere in maniera decisa all’emergenza educativa.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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