L'obbligo scolastico che non regge. Ogni anno centomila addii alle aule
Data: Domenica, 19 febbraio 2012 ore 06:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Il venti per
cento non ce la fa a rispettare l'obbligo scolastico. In parole povere
centomila ragazze e ragazzi, che ogni anno si lasciano alle spalle la
terza media, si trasformano in "fantasmi". Non ce la fanno a seguire il
corso di studi fino a 16 anni. Per fortuna il fenomeno della
dispersione scolastica si è ridotto, con il passare degli anni, alle
elementari, dove la media degli abbandoni non supera l'uno per cento,
mentre nella scuola primaria, un tempo la scuola media unificata, la
percentuale nazionale si è fermata a quota tre. Ma attenzione, si parla
sempre di medie statistiche, quindi in molte Regioni come Sardegna,
Campania, Puglia o Sicilia e, soprattutto, in alcune province i numeri
sono drammaticamente più alti.
Comunque, il fenomeno dell'abbandono scolastico esplode nei primi due
anni delle scuole superiori. L'ultima indagine dell'Istat, pubblicata
un mese fa e relativa al 2010, parla di una media nazionale di
abbandoni al 18.8 per cento. Non molti sanno, però, che l'indagine
dell'Istat si riferisce solo alle scuole superiori statali.
Poco o nulla si conosce della dispersione scolastica negli istituti di
formazione professionale gestiti dalle Regioni. E' quindi certo che la
percentuale di giovani che spariscono dal panorama scolastico è
molto più alta.
Cosa possono fare le scuole per recuperare le decine di migliaia di
giovani che sono fuggiti o che frequentano saltuariamente oppure che
lasciano dopo una bocciatura? La legge traccia un percorso preciso. La
scuola deve convocare i genitori e spiegare loro che stanno commettendo
un reato. Se la situazione non si sblocca parte la segnalazione ai
servizi sociali del Comune che dovrebbero tentare il recupero dello
studente. Se il tentativo fallisce scatta la denuncia al Tribunale dei
minori. Tutto chiaro. Ma non sempre è facile, anzi a volte impossibile.
Basta un esempio. A Belluno le segnalazioni di mancato rispetto
dell'obbligo scolastico sono 27. A Napoli 60 mila. Nel capoluogo
campano, che assieme all'hinterland ha raggiunto il livello di 3
milioni e mezzo di residenti, sarebbe necessario un piano Marshall.
Servizi sociali centuplicati, strutture scolastiche all'avanguardia,
investimenti robusti nella scuola. Invece per far fronte al disastro si
sono mobilitati migliaia di insegnanti, decine di migliaia di genitori,
per rendere la scuola un luogo che attrae, educa, coinvolge. Una lotta
titanica in un territorio dove la gente convive con la povertà
crescente, la paura e la rassegnazione. Ma l'emergenza non riguarda
solo Napoli. Basti pensare che nella periferia orientale di Verona la
dispersione scolastica ha toccato il 30 per cento, mentre a Reggio
Calabria ha ormai raggiunto il 38 per cento.
Mario
Reggio - Repubblica.it
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