Fondazione Sorella Natura Progetto AMBIENTIAMOCI a scuola
Data: Martedì, 14 febbraio 2012 ore 08:15:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Colleghiamo
questa riflessione pedagogica alle considerazioni che abbiamo svolto
nella news generalista dedicata alla situazione climatica di questi
giorni, nella quale sostenevamo, in metafora ma anche realmente,
dobbiamo che tutti dobbiamo prendere la pala in mano e darci da fare.
Le ultime considerazioni per il progetto AMBIENTIAMOCI a SCUOLA le
avevamo dedicate alla pedagogia del lavoro e qualche collega ci ha
detto che potevano esser valide ma teoriche: insomma abbiamo avuto la
classica domanda: che cosa dobbiamo fare? Proviamo a fornire qualche
indicazione, premettendo fortemente che quanto diciamo va inquadrato
nel concetto, per noi insopprimibile, che se è vero che la Scuola deve
istruire è altrettanto vero che, dalla materna alla superiore
all’università, deve educare. Le difficoltà, i fallimenti derivano in
gran parte dal mero cognitivismo che ha imperato in questi ultimi anni,
riducendo l’azione dei docenti allo svolgimento dei programmi: certo
il, professore di matematica deve svolgere il programma ma se non è
anche positivo modello d’identificazione - educatore quindi - svolgerà
male anche il programma: inevitabilmente! Che la Scuola debba educare
assieme alla famiglia è certo vero come è vero che entrambe debbono
combattere una dura battaglia contro il ruolo diseducativo dei mass
media: questo è però altro discorso e lo faremo.
L’azione educativa della Scuola, svolta in maniera collegiale dal team
educativo, deve proporre e far svolgere agli alunni, dalla materna in
su, tutta una serie di attività lavorative, connotate di piacevolezza
per quanto possibile ma certo richiedenti impegno, sforzo, sacrificio,
che sono componenti basiche per la formazione del carattere.
Come insegna la Montessori nella Scuola materna il bambino collabora a
preparare e sparecchiare la tavola della mensa; alle elementari
collabora a tener in ordine e pulita l’aula ed i laboratori, alla media
prosegue in questo ma in maniera più organica ed impegnativa, alle
superiori si istituiscano gruppi di lavoro, volontariato, per
l’assistenza agli anziani, adottare un bosco, un torrente da tener
pulito e controllato, il pronto soccorso la protezione civile…spalare
la neve! Insomma includere nel curricolo la manualità come fattore di
impegno etico e civile: l’Uomo prima che sapiens è faber, se non
coltiviamo questo produciamo una generazione imbelle, i bamboccioni!
Noi crediamo che le polemiche affermazioni sulle giovani generazioni ed
il lavoro che in questi giorni hanno imperversato siano del tutto
sbagliate. È del tutto sbagliato ed ingiusto colpevolizzare i giovani
se li abbiamo abituati ad avere tutto facile e se nza impegno, a vedere
tutto sotto l’ottica del mero divertimento e della comodità, non è
assolutamente colpa loro: la responsabilità è degli adulti, della
società in senso lato ma certo anche della Scuola.
Lo diciamo spesso: quando ascoltiamo dirigenti e docenti lamentarsi dei
giovani usiamo questa metafora: avete ragione cari colleghi, non amano
Beethoven!!! Alzi la mano di chi di Voi, cari colleghi dirigenti e
docenti lo ha ascoltato e fatto ascoltare in questi ultimi cinque anni.
In genere non alzano mano.
Allora, da antico maestro, dirigente ed ispettore, dico: se i giovani
non Vi piacciono, Vi deludono, si comportano male, prendetevela con Voi
stessi!
Tornando alla concreta pedagogia del lavoro un suggerimento che vale
dalla materna in poi - est modus in rebus - non manchi mai l’attività
dell’orto scolastico (magari in vaso) che è una delle forme
d’educazione ed istruzione (nell’orto entrano la lingua, la matematica,
la storia, la geografia, la chimica…la filosofia e la religione!!!),
anche alimentare…così apprenderanno che le zucchine e le ciliege non si
mangiano d’inverno! Ci accorgiamo di star esponendo in poche parole, in
metafora - l’orto lo è -, questioni che meritano ben altri
approfondimenti ma poiché le Ns. news di norma non devono superare una
cartella ci fermiamo qui facendo nostro il detto: chi ha orecchie per
intendere intenda!!!
Torniamo ad educare!
Roberto Leoni
presidente Fondazione SORELLA NATURA
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