Dimensionamento dietro le quinte - Sotto il tavolo del dimensionamento
Data: Domenica, 12 febbraio 2012 ore 13:53:49 CET
Argomento: Redazione


Leggendo i comunicati stampa sindacali in merito al tavole regionale di consultazione per il dimensionamento scolastico c’è da stare molto attenti circa le tante verità non espresse. Ascoltando il racconto diretto dei testimoni oculari  alla consultazione si apprendono alcune novità non pubblicizzate come quella della richiesta della CGIL di cassare la delibera del Comune di Caltagirone, forse la delibera più completa e ben fatta, ed anche l’ANP, rappresentata al tavolo  dal presidente regionale,  si è dichiarata  contraria alla saggia delibera del Comune  calatino per proteggere, forse,  qualche posto di dirigente.
Si sono verificati  nel corso della contrattazione dei misteriosi  gesti di scambio tra scuole e plessi. Alcune di queste  con più plessi si sono trasformate in “donatori di organi” in quanto  hanno distribuito plessi alle scuole vicine e  altre  hanno  lanciato  dei “salvagente” per tenere in piedi per qualche anno ancora delle istituzioni fragili  che contano pochi alunni.
Per alcune situazioni particolari è sembrata  proprio un gara di “solidarietà”, pur di  tenere in piedi  delle realtà  che non offrono garanzia di continuità e di sviluppo.
Come faranno a vivere la scuole piccole con un preside “reggente”, due assistenti amministrativi di cui uno beneficiario della Legge 104, con tre bidelli  in quattro plessi?
Come farà una piccola scuola a gestire i fondi dei PON che costituiscono al momento l’unica risorsa certa per le scuole?
Per quanto tempo ancora potranno  continuare a restare distinti  i circoli didattici dalle  scuole medie, anche con 600, 700 studenti, in contrasto con la norma che suggerisce l’attivazione di “istituti comprensivi” ?
Il dimensionamento  che dovrebbe tendere a rendere la scuola autonoma capace di  gestire risorse risulta a volte  una forzatura artificiosa, specie quando, aggregando plessi  a volte eterogenei registra il quorum di un dato numerico, senza, però, tener conto delle scelte dei genitori, i quali,  se non saranno contenti, chiederanno il nulla osta  o non rinnoveranno l’iscrizione, trasferendosi altrove.
La logica territoriale dovrebbe prevalere su altre strategie alchemiche  e, utilizzando come criterio di aggregazione territoriale quello dei distretti sanitari, anche il settore scuola  potrebbe avere una suo omogeneità territoriale.
Mettere insieme realtà e contesti sociali diversificati e  a volte contrastanti, invece di produrre progresso e socialità, determina scissione e divisione all’interno della nascente “comunità scolastica” , nella quale alcuni si sentono  “privilegiati” ed altri si definiscono “servi della gleba”
Sono frequenti, specie nelle scuole del secondo grado, che diverse succursali  della scuola madre nel capoluogo di provincia, trasformano i piccoli comuni  periferici in costellazioni stellari  con variopinti “punti luce” senza la necessaria funzionalità e l’aderenza al territorio.
Le scelte politiche regionali che salvaguardano alcune “prerogative”, in verità mai valorizzate prima,  al momento producono una situazione ibrida,  che non ha una definita chiarezza, né tanto meno una garanzia di stabilità.
Povera scuola siciliana senza prospettive  di futuro !
Cerchiamo di non perdere la speranza e sforziamoci di scrivere dritto su righe storte  e, mentre si evidenziano alcune anomalie presenti nel piano, si auspica che si possa garantire un buon servizio all’utenza.

Giuseppe  Adernò
g.aderno@alice.it





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