No abolizione del valore legale del titolo di studi - Unione degli Studenti Europei
Data: Venerdì, 10 febbraio 2012 ore 11:00:00 CET Argomento: Comunicati
In una nota
l'organizzazione che rappresenta 11 milioni di universitari europei:
"Preoccupatissimi dal Governo italiano, il rischio è meno qualità "
L'ESU ( European Students' Union, rete di organizzazioni con sede a
Bruxelles che raccoglie 45 unioni nazionali degli studenti da 38 Paesi
europei e rappresenta più di 11 milioni di studenti in Europa ) teme
che la deregolamentazione del settore dell'alta formazione avrà un
impatto molto negativo sul futuro delle lauree universitarie. Nel
tentativo di liberalizzare l'economia, il Governo italiano vuole dare
alle università carta bianca su chi può dare diplomi universitari e
vuole abolire il valore legale delle lauree. "Questa idea deve essere
abbandonata il prima possibile perché potrebbe condurre ad una perdita
della qualità dei corsi universitari" dice Allan Pall, Presidente
dell'ESU.
Il Governo Italiano, recentemente insediato, vuole superare l’attuale
sistema di accreditamento per le lauree universitarie. Secondo Roma,
non c'è bisogno di alcuna regola di accreditamento, ma il mercato
svolgerà il suo ruolo: i buoni corsi universitari ci saranno ancora
mentre i corsi "cattivi" (di scarsa qualità) smetteranno di esistere.
L'ESU teme in ogni caso che questo potrebbe condurre alla perdita di
ogni riconoscimento legale del titolo di studio.
Pall continua : "Chiediamo al Governo italiano di proteggere con
attenzione il valore legale della laurea e di destinare più risorse
all'alta formazione invece di tagliarle". Siccome questo progetto ha
causato forti proteste da differenti soggetti del mondo universitario,
tra cui in primis l'UDU-Unione degli Universitari (membro dell'ESU), il
Governo italiano ha deciso di posporre l'adozione del decreto di circa
un mese".
Pall conclude : "Questo non è semplicemente un settore di mercato come
gli altri. Riguarda il futuro delle persone, il futuro della società.
Non può semplicemente essere lasciato al libero mercato che, come
abbiamo potuto vedere negli scorsi anni, è tutt’altro che perfetto".
Dichiara Michele Orezzi, coordinatore dell’UDU: "l'abolizione del
valore legale del titolo di studi spingerebbe ancora di più fenomeni di
corruzione e mal funzionamento nei concorsi e nell'accesso alle
professioni. Oggi infatti anche il classico "raccomandato" per poter
accedere ad un concorso o ad una determinata professione deve
dimostrare, tramite un percorso universitario fatto di numerosi esami,
di aver acquisito un certo bagaglio di conoscenze e competenze.
L'abolizione del valore legale per le lauree consentirebbe una maggiore
proliferazione delle fabbriche di titoli, magari telematiche, per
sfornare, dietro raccomandazione o alto pagamento, titoli che avrebbero
lo stesso valore di una laurea vera. Chi si farebbe operare da un
medico laureato in Giurisprudenza in un'università telematica? E chi si
farebbe difendere legalmente da un laureato in Lettere in uno dei tanti
campus universitari pubblicizzati sugli spazi pubblicitari dei social
network?".
Conclude Orezzi: "Le priorità sono altre, partendo dal Diritto allo
studio dove siamo gli ultimi in Europa per investimenti. Se si vuole
garantire la qualità si riinizi ad investire nell'Università e magari,
pensare di abolire le università telematiche, e non il valore legale
del titolo di studi ".
Elvira Ricotta
Adamo
elvira.manila@gmail.com
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