Tra forconi e centri sociali in Sicilia la barbarie avanza
Data: Sabato, 04 febbraio 2012 ore 13:37:13 CET
Argomento: Opinioni


Al rumore di un megafono, che emetteva un suono simile ad una sirena collegato ai microfoni dell’Aula Pessina, dagli attivisti del centro sociali, si sono aggiunti i fischietti. Inutile è stato un tentativo di mediazione della sindacalista della Uil Anna Rea, che ha invitato gli aderenti ai centri sociali a prendere la parola dopo l’intervento di Ichino. I contestatori si sono schierati davanti al tavolo del convegno ed hanno aperto uno striscione con la scritta “Diritti e precarietà non pagheranno la crisi”. Al senatore del Pd è stato anche contestato di aver presentato un’interrogazione parlamentare che chiederebbe “l’aumento delle tasse universitarie adeguandole a quelle inglesi”. Al convegno, svoltosi nella facoltà di Giurisprudenza, partecipavano il deputato del Pd Francesco Boccia ed il segretario della Uil Campania Anna Rea. Tra il pubblico erano presenti diversi esponenti del Pd locale.
Nel frattempo in Sicilia era in corso una situazione analoga: due organizzazioni di camionisti bloccavano porti e autostrade, impedendo con la forza la circolazione delle merci, in particolare dei combustibili. Chi voleva transitare ai blocchi aveva le gomme squarciate, o era intimorito.
Non è necessario ricordare lo sciopero dei camionisti cileni negli anni settanta, che diede l’inizio a una delle più grandi repressioni in America Latina e che portò all’assassinio del presidente della Repubblica Allende, per comprendere il livello di barbarie di queste azioni.
Nella polis greca, sia nell’Agorà sia nell’Ecclesia, chi parlava teneva in mano uno scettro, era considerato sacro e non poteva essere interrotto. A noi, le nostre maestre elementari, insegnavano che la libertà di uno finisce dove comincia quella dell’altro. Speriamo che questi nuovi barbari non prendano il potere perché sarebbe la fine della nostra civiltà.
Redazione, asasisicilia@alice.it
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