Il teatro di denuncia, di Vincenzo Pirrotta a Scenario Pubblico
Data: Giovedì, 02 febbraio 2012 ore 21:38:48 CET Argomento: Redazione
Il teatro ha un
grande valore educativo. Oltre ad essere un formidabile strumento di
cultura e di informazione. Al Teatro Scenario Pubblico di Catania è
andato in scena, nello scorso mese di gennaio, una trilogia
dell’artista Vincenzo Perrotta che ha inaugurato Test, la rassegna di
teatro contemporaneo, promossa dallo Stabile catanese. Vincenzo
Pirrotta, regista-autore-attore, di origine palermitana, reduce dal
successo della Carmen di Bizet, al Teatro Massimo Bellini di Catania,
ha voluto portare in scena, nel capoluogo etneo, tre spettacoli legati
dal filo conduttore della denuncia, tre storie terribili di pedofilia,
emarginazione e mafia. Sacre-stie, il dramma della pedofilia, le
violenze e gli abusi consumati all’interno di ambienti ecclesiastici,
con la collaborazione del silenzio colpevole della Chiesa, andato in
scena il 24 e 25 gennaio, con Filippo Luna, Alessandro Romano e
Marcello Montalto. Malalunanuova, il dolore di una città abbandonata,
umiliata, sofferente, una sorta di “concerto per voce sola”, dove la
“voce sola” è quella di Vincenzo Pirrotta e la musica è quella di Luca
Mauceri, andato in scena il 26 e il 27 gennaio. La ballata delle
ballate, il monologo di un latitante, interpretato dallo stesso
Pirrotta, che nel suo covo recita un rosario dove i “misteri dolorosi”
sono quelli della passione di Cristo ed i “misteri gioiosi” (misteri di
Stato) sono quelli delle 5.000 vittime di Cosa Nostra, in un delirio
dove si incontrano misticismo e violenza che, sulla scena, danno vita
al contrasto tra la parola di Dio, che il latitante professa, e la
brutale parola della mafia, andato in scena il 28 e il 29 gennaio, con
le musiche originali di Giovanni Parrinello. La dimensione sociale e
l’impegno civile sono gli elementi fondanti del teatro di Pirrotta, da
Quei ragazzi di Regalpetra, tratto dall’omonimo best sellers di Gaetano
Savatteri, portato in scena lo scorso anno all’interno del cartellone
dello Stabile etneo, agli spettacoli, U ciclopo e Terra matta, in cui
il pubblico ha avuto modo di apprezzare l’artista palermitano, allievo
di Mimmo Cuticchio e Roberto Simone, che ha saputo rielaborare ed
attualizzare l’antica tradizione dei cuntisti siciliani, lavorando
sull’espressività del corpo e sull’incisività del messaggio.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it
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