Lo sciopero in Sicilia: riflessioni del day after mentre il riscatto della Regione si impigrisce
Data: Mercoledì, 01 febbraio 2012 ore 19:51:24 CET
Argomento: Opinioni


Nuccio PalumboIl diritto di sciopero  è fondamentale e irrinunciabile : esso è  slancio  vitale in un  sistema sociale aperto  libero e democratico,  perché produce  – come l’entropia,- di cui nel secondo principio della termodinamica,- quel grado di disordine giusto e  necessario,  grazie al quale il  sistema  può , nel rispetto delle regole, mantenere,-  rinnovandosi, - un sano e più stabile equilibrio,  ed evolversi –democraticamente- in forme propositive  di  vita associata migliorative. Solo nei paesi  a regime totalitario lo sciopero è vietato: ma  questi,  - si sa-, come tutti i sistemi chiusi, sono destinati a perire,  paradossalmente per il troppo “ordine”!
Fatta questa premessa, riflettiamo pacatamente sul “disordine” provocato dallo sciopero indetto in Sicilia alla fine dello scorso mese da Forza d’urto e dal movimento dei Forconi. Questo sciopero, in verità, - a mio parere-  era necessario,  ma non è stato  altrettanto giusto nelle strategie di lotta adottate perché,  superando il livello di disordine sostenibile , ha prodotto dentro il tessuto –sistema sociale-,  più disagi  che vantaggi, a  tutti  i siciliani, indiscriminatamente.  Il blocco di sei giorni dei trasporti e dei rifornimenti di benzina  ha “fatturato” danni per 500 milioni:  ecco il “conto”  salato che la Sicilia  si è trovata, alla fine, a dover  pagare! Era questa l’intenzione? che i siciliani si auto-penalizzassero?  Evidentemente ,no!  Esiste una  Sicilia che vuole cambiare, ma non vuole chiudersi nel corporativismo egoistico  o  cadere nelle trappole populistiche  del separatismo. Chi sciopera   non può, né deve,   prevaricare nei confronti  di altre categorie sociali  che hanno esigenze diverse dalle proprie;  giova ricordare che è sempre ancora valido l’adagio  russoiano  :“la mia libertà finisce dove comincia quella di un altro” . Pertanto, io credo che  la direzione giusta e accettabile  da imprimere agli scioperi, è quella che si muove nella prospettiva della conquista,  attraverso il “disordine”, di un nuovo ordine che migliori e  dia maggiore  opportunità  di crescita a tutto il sistema -società , favorendo e rafforzando l’auto-educazione alle regole civili e la capacità di operare tutti insieme in sinergia di intenti. Solo così possiamo sperare  in un vero  riscatto di questa nostra terra .

Nuccio Palumbo
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