Le Oo.Ss.Catania: a questione dello statuto diventa paradigmatica della situazione in cui versa l’ateneo
Data: Mercoledì, 01 febbraio 2012 ore 05:56:38 CET Argomento: Comunicati
È notizia di
questi giorni il ricorso che il MIUR ha depositato al Tar
contro il nostro Ateneo chiedendo la sospensione dello Statuto
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 30 novembre scorso.
Un provvedimento prevedibile dopo che l’amministrazione dell’Ateneo di
Catania aveva deciso di non dare seguito alcuno agli esiti della
verifica ministeriale sul testo del nuovo Statuto, facendosi forte di
un parere legale ad hoc che rigettava l’atto ministeriale per supposti
vizi formali.
Il ministero, come è stato denunciato a suo tempo anche da CGIL CISL e
UIL, aveva sollevato numerose questioni di legittimità su temi
fondamentali quali: le modalità di composizione del Consiglio di
Amministrazione; la decadenza del Senato Accademico in caso di sfiducia
del Rettore; la rappresentanza del personale T.A e degli studenti nei
vari organismi; l’esercizio dei poteri di disciplina.
Sotto accusa era un modello organizzativo dirigistico e poco
democratico, che concentrava enormi poteri nella figura del
Rettore, a discapito di una governance basata
sul «principio dei pesi e dei contrappesi».
Questioni fondamentali per la vita democratica dell’Ateneo, che erano
state evidenziate in più occasioni dal sindacato nei mesi scorsi, senza
ottenere ascolto da un’amministrazione poco disposta al dialogo. Ma a
stupire non sono solo i contenuti e le forme che hanno
caratterizzato il processo di elaborazione ed approvazione dello
Statuto di Ateneo. A stupire è la scarsa lungimiranza di questa
amministrazione nel non approvare le norme contestate con le necessarie
maggioranze qualificate (maggioranza assoluta per rilievi di merito, e
di tre quinti per quelli di legittimità), superando così le obiezioni
ministeriali, come previsto dalla normativa vigente.
Si è deciso invece di forzare la situazione affidandosi a
interpretazioni giuridiche tanto discutibili quanto
inopportune, vista la rilevanza della questione.
Si è riusciti a far male tanto nei contenuti quanto nelle forme . E non
era facile!
Ci ritroviamo così a gestire una situazione dagli esiti incerti nel bel
mezzo del processo di rimodellamento istituzionale e didattico.
Il sindacato in questi mesi ha evidenziato limiti formali e
contenutistici del processo di elaborazione dello Statuto, cercando
sempre una interlocuzione costruttiva su questi e anche su altri
temi di notevole rilevanza.
Temi affrontati spesso nel confronto tra le parti, da parte
dell’amministrazione, ai suoi vari livelli, con sufficienza e poca
disponibilità all’ascolto delle ragioni degli altri spesso con inutile
quanto supponente autoreferenzialità.
Un confronto avviato, interrotto.
Un confronto ad intermittenza che certo non giova né all’Università né
tanto meno al ruolo che la stessa avrebbe e dovrebbe, speriamo, nel
prossimo futuro svolgere nel territorio per il territorio, al servizio
dello stesso, individuandone i percorsi virtuosi di sviluppo e quindi
di crescita.
Proiettando l’intera comunità verso visioni di lungo periodo e non già
di sopravvivenza dell’oggi.
Purtroppo questo non vi è stato e quando si è realizzato un minimo di
confronto è stato sempre difficoltoso e spesso impossibile proseguire
nel solco della pari dignità e del rispetto reciproco. Oggi la
questione dello statuto diventa paradigmatica della situazione in cui
versa l’ateneo di Catania.
I risultati di questa politica miope sono sotto gli occhi di tutti,
speriamo che una interlocuzione diversa pur nella durezza del confronto
possa finalmente avviarsi.
FLC CGIL CISL UNIVERSITA
DISTEFANO LANZAFAME GATTO
CGIL CISL UIL VILLARI GIULIO MATTONE
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