Su Comidadu, si insegni il sardo in tutti gli istituti della regione
Data: Lunedì, 30 gennaio 2012 ore 08:07:14 CET Argomento: Rassegna stampa
Il
Comitato sollecita l'Assessore della cultura della Regione Sardegna
Sergio Milia e la Commissione cultura del Consiglio regionale
''affinche' venga convinto il direttore scolastico regionale per la
Sardegna, dr. Enrico Tocco, che fa parte dell'Osservatorio della lingua
sarda, affinchè raccomandi a tutti i dirigenti scolastici sardi di
inserire urgentemente la lingua sarda nella scheda di iscrizione che
deve essere compilata e presentata dalle famiglie entro il prossimo
mese di febbraio''.
''Solo cosi' si potra' operare una prima definizione del bacino
d'utenza del sardo nelle scuole, ossia il numero degli alunni e delle
scuole interessate a essere 'Scuola Bilingue'. Si raccogliera' -
afferma Carboni - la necessaria disponibilita' di insegnanti sardofoni
a insegnare in/il sardo, le modalita' e i contenuti della
indispensabile formazione, da condurre territorialmente o nelle scuole,
degli insegnanti interessati, anche con il supporto esterno di enti
preposti alla formazione o comunque abilitati a
farlo''.
''Sarebbe cosi' possibile - prosegue - un utilizzo mirato delle
purtroppo scarse risorse disponibili rispetto alle volonta' cosi'
espresse dalle famiglie e dai docenti per operare all'interno
dell'autonomia scolastica con risultati ottimali ed incrementabili e
non possibili con i diluiti finanziamenti a pioggia''. Secondo Su
Comitadu ''cosi' facendo, la scuola darebbe un contributo fondamentale
al rafforzamento della tramissione intergeneazionale del sardo. E
certamente darebbe un contributo reale contro la dispersione
scolastica, legata anche al distacco che la scuola ha mostrato fino ad
ora ha nei confronti della identita' culturale e linguistica degli
studenti sardi''.
La presenza del sardo in tutte le scuole della Sardegna secondo il
portavoce del Comitato ''avrebbe la funzione di affermare un piu'
stretto legami tra gli allievi, gli insegnanti, le famiglie e la terra
e la cultura in cui vivono, ma avrebbe anche importanti ricadute
sull'occupazione, per la evidente necessita' di nuovi mezzi, strumenti
e contenuti didattici, culturali, scientifici, per il cui approntamento
ed elaborazione - conclude - potrebbero finalmente essere mobilitati
centinaia e centinaia di insegnanti che vedrebbero rafforzata la
propria funzione docente e tantissimi laureati capaci e specializzati
che ora stanno ai margini o fuori della scuola''.
(Adnkronos)
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