Nuove povertà e vecchie ideologie.Il Governo Monti e il rapporto Caritas sulla povertà,fra inquietudine e preoccupazione
Data: Domenica, 29 gennaio 2012 ore 20:12:03 CET Argomento: Opinioni
Enza Fornero
ce l'ha in testa dal primo giorno in cui si è insediata quale ministro
del welfare del governo Monti.
L'ha chiamata "Salario Minimo Garantito" ed è la sua idea per riformare
il sistema degli ammortizzatori sociali.
Un'idea che persino i Sindacati e Confindustria, pur essendo
sostenitori di questo governo tecnico, hanno contestato.
Questa del Salario Minimo Garantito è storia vecchia. In Sicilia, negli
anni '80, la peggiore partitocrazia di sinistra e di centro la partorì
in maniera spregiudicata. Migliaia di ragazzi intorno ai 20 anni furono
"infilati" in sovrannumero in tutti gli enti pubblici possibili e
immaginabili. Per loro nessuna formazione, nessuna remunerazione
decorosa, nessuna qualificazione seria. Nei piani di chi li volle c'era
solo la volontà di fare consenso (meglio chiamarla clientela). Dicevano
che questa misura avrebbe eliminato la disoccupazione invece
servì solo per bieco assistenzialismo.
Quell'assistenzialismo impoverì le casse della regione e atrofizzò pian
piano la volontà di quei ragazzi.
Un'intera generazione fu illusa e violentata nella dignità. Oggi essi
hanno mediamente 45 anni, in qualche caso si sono depressi e hanno dato
pochi contributi alla crescita degli enti dove lavorano; in molti altri
casi però sono diventati autentiche colonne portanti delle loro
amministrazioni. Ma in entrambi i casi il risultato economico è stato
disastrosamente identico, visto che attualmente guadagnano più o meno,
700 euro al mese.
Ecco quale mostro ha saputo generare il compromesso storico e culturale
di tipo ideologico ed egualitarista in salsa siciliana.
Povertà economica e culturale in nome non del lavoro, ma del "posto" di
lavoro.
In Italia, specialmente al sud, sono ormai 40 anni che le intelligenze
vengono mortificate con questa mentalità secondo cui lo stato deve
intervenire con “concessioni e cure di mantenimento per povertà di
lungo periodo” (XI Rapporto Caritas sulle povertà).
Tale comportamento culturale ha di fatto “mantenuto” le povertà e non
ne ha consentito l’affrancamento, per cui il diritto al lavoro,
all’educazione e persino a farsi una famiglia sono andati a farsi
benedire.
Nel 2010 dice sempre il Rapporto Caritas, solo il 57% dei cittadini ha
un lavoro regolarmente retribuito (la % più bassa dell’occidente), il
14% circa è povero (oltre alle famiglie numerose, sono in aumento anche
quelle che dipendono da un lavoratore autonomo), e in futuro questa
percentuale aumenterà visto che gli attuali quarantenni quando andranno
in pensione nel 2035, prenderanno al massimo 600 Euro.
Perchè tutto questo ? Perchè in tanti continuano a propinare queste
ricette nonostante i tristi risultati ?
“Erogare contributi economici non fa uscire dal disagio ma lo rende
cronico, tant’è che nonostante le risorse siano aumentate sempre più,
gli italiani poveri non sono calati“, dice sempre il Rapporto.
E siccome i poveri, oltre a costare tanto, aumentano ogni anno di più,
non dovrebbe essere difficile capire che le politiche di contrasto alla
povertà di stampo assistenzialistico sono tutte sbagliate.
Il governo Monti attraverso la Fornero continua a proporre regalie,
tipo Reddito Minimo, per tenere buoni i giovani, quando dovrebbe
mettere in pista autentiche politiche familiari.
Tutti i modelli economici di sviluppo e di crescita, da Solow a Keynes
(che non dovrebbe essere distante dalla Fornero) fanno riferimento alla
“crescita della popolazione” per l’aumento della produttività, del
risparmio, degli investimenti. Senza contare che i costi sociali
del welfare (sanità e pensione su tutto) con una popolazione più
giovane sarebbero destinati a ridursi.
Che cominci una volta per tutte un serio dibattito sul “fattore
famiglia” (il vecchio “quoziente familiare” riveduto e migliorato) è
oggi assolutamente indispensabile .
E per amor di Dio, c’e` qualcuno in Italia che lo possa far capire
anche alla Fornero ?!
On.le Alessandro
Pagano
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