Informazione e disinformazione: Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire - Manifestazioni per Sant'Agata
Data: Giovedì, 26 gennaio 2012 ore 21:22:25 CET
Argomento: Associazioni


La città e la diocesi di Catania si preparano a festeggiare Sant’Agata il 5 febbraio. All’interno delle manifestazioni culturali e in occasione della memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, martedì 24 è stato affrontato il tema dell’informazione oggi con il Direttore Marco Tarquinio, presente anche il Direttore Generale Paolo Nusiner. L’Arcivescovo Salvatore Gristina ha voluto e seguito questa giornata che ha coinvolto circa 600 persone: l’incontro con il clero al mattino, nel pomeriggio gli insegnanti di Religione, in serata il dibattito pubblico a cui ha partecipato anche il Sindaco Raffaele Stancanelli, presso l’Aula Magna del Rettorato. Tarquinio ha parlato del ruolo di Avvenire nel panorama spesso vago e poco limpido della comunicazione, di informazione e deformazione, dell’opera educativa della stampa per una vita buona: «La libertà del giornalista ha senso se si sposa con la responsabilità, perché è specchio della libertà di chi legge, dunque bisogna tenere i piedi per terra; quando non è così, è un delirio di impotenza. Noi abbiamo senso solo se siamo a servizio dei lettori, dandogli la garanzia di non incrostare i fatti magari adulterando la realtà per partito preso». Non sono mancati gli esempi di deformazione dell’informazione: gli attacchi alla Chiesa sulla pedofilia, senza mai affrontare il problema nell’insieme; le accuse nei confronti di Dino Boffo costruite ad arte; la cronaca nera e il continuo impasto di sesso, sangue e soldi; l’aspro dibattito sull’ICI, generico e senza il controllo delle fonti; il silenzio dei media sulla situazione dei cristiani perseguitati e di tante violenze nel mondo; il sostegno all’eutanasia «come se ci fosse una domanda sociale di morte, come se ci fosse la fila in ospedale per farsi terminare anziché un desiderio di vita e dignità». Dinanzi ad un mondo raccontato solo in parte, solo dal lato oscuro, Avvenire s’impegna da sempre a dare voce a chi non ha voce guardando dove gli altri non guardano: «Il bene che si fa – sottolinea il Direttore – va raccontato, poiché le buone azioni meritano la pienezza della luce del giorno. Si tratta di ascoltare la foresta che cresce nel silenzio e non solo l’albero che cade. La gente normale, chi non è “certificata in vita” dalle apparizioni in televisione, viene costantemente snobbata dalla comunicazione; invece bisogna mettere al centro la persona, poiché i giornalisti impastano gli articoli con la vita degli uomini e delle donne». La dimensione educativa dell’informazione è stato un altro tema forte, soprattutto alla luce degli Orientamenti CEI: «Il compito del giornalista è pure quello di far aprire lo sguardo al lettore e particolarmente ai giovani; vuol dire essere pietre di paragone dinanzi a messaggi a senso unico e essere pietre d’inciampo quando le notizie sono distorte. Fatti e opinioni devono camminare insieme, così sarà più facile svolgere un ruolo formativo direttamente e aiutare gli educatori». Infine Tarquinio ha denunciato con forza la tendenza di alcuni “poteri irresponsabili” a voler isolare il mondo, le comunità significative; sono poteri che non rendono conto a nessuno e distruggono tutto: «Si vuole creare una società di donne e uomini soli, creando falsi bisogni, facendo terra bruciata attorno alle relazioni vere e ai valori non negoziabili, mostrando false libertà, rompendo le reti di solidarietà, poiché chi è solo è facilmente manipolabile mentre insieme si è una forza. Serve, dunque, uno sguardo limpido sul tempo che ci sta davanti, occhi per interpretare la realtà e una buona stampa che aiuti questo processo».

Marco Pappalardo





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