Scontro tra Ministero e Ateneo di Catania sullo Statuto, il Miur ricorre al Tar
Data: Giovedì, 26 gennaio 2012 ore 19:43:35 CET Argomento: Rassegna stampa
Ebbene sì, il MIUR lo ha fatto. Ha presentato un ricorso al Tar contro
l’Università di Catania, nella persona del rettore pro tempore,
Antonino Recca, che ha emanato lo Statuto d’Ateneo nonostante il parere
negativo espresso dalla Direzione Generale del Ministero.
All’inizio di dicembre avevamo già raccontato che lo Statuto era stato
non solo emanato, ma anche pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale,
nonostante fossero pervenuti da Roma alcuni rilievi sostanziali e una
esplicita richiesta di modifiche. E ci eravamo chiesti se il MIUR
avrebbe mai scelto la strada del ricorso in Tribunale.
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Due giorni fa, in data 24 gennaio, il ricorso è stato notificato, da
parte dell’Avvocatura dello Stato, Ufficio distrettuale di Catania, con
“contestuale istanza di sospensione” di tutti gli atti
relativi.
Nel
ricorso, che alleghiamo, l’Avvocatura espone i termini della questione,
sia sul piano del metodo sia su quello del merito.
Si contesta al Rettore di aver ignorato il parere espresso dal Tavolo
tecnico appositamente creato per analizzare gli statuti adottati dai
vari Atenei. Proprio sulla base di questo parere, infatti, la Direzione
Generale aveva inviato al rettore, via fax, entro i termini fissati
dalla legge, una nota con “rilievi di legittimità e di merito relativi
al nuovo statuto”.
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Poichè il rettore aveva risposto alla nota dichiarando di non prenderla
in considerazione in quanto proveniente dalla Direzione generale e non
da un apposito decreto del Ministro in persona, l’avvocatura dello
Stato chiarisce la legittimità dell’intervento ministeriale, che non
deve essere necessariamente del Ministro. E aggiunge che la “nota” era
stata preferita al decreto nell’intento di realizzare un “percorso
condiviso” nella correzione dello statuto.
Viene chiarito inoltre che, per legge, è previsto anche che l’Ateneo
abbia la possibilità di conservare le norme censurate dal ministero, ma
solo dopo una riapprovazione con maggioranza qualificata. Che però non
c’è stata. Il rettore ha quindi, di fatto, eluso il controllo
legittimamente esercitato dal ministero.
Per quanto riguarda il merito, nel ricorso vengono puntualmente
indicati tutti gli articoli dello statuto, con relativi comma, su cui
il ministero aveva espresso critiche circostanziate e motivate.
Viene criticata innanzi tutto la scelta di concentrare nelle mani del
rettore la nomina di quasi tutto il Consiglio di Amministrazione (otto
su 11), scelta che limita la vita democratica dell’Ateneo. Ma vengono
considerate illegittime anche altre norme: sul mancato rispetto del
numero di rappresentanti degli studenti presenti nel senato accademico
e in altri organi universitari, sulla decorrenza (“dal successivo anno
accademico”) dei sei anni di mandato rettoriale (un artificio per
prolungare la durata del mandato stesso), sulla decadenza anticipata
del senato nel caso che non venga approvata la sfiducia nei confronti
del rettore, ed altre ancora. Viene ribadita anche la necessità di
garantire la maggioranza assoluta per l’approvazione di alcuni tipi di
delibere,
In sintesi, un “no” al carattere autoritario e scarsamente partecipato
della governance prevista dallo statuto incriminato.
La risposta di Recca non si è fatta attendere. Ieri è stato diffuso un
comunicato stampa in cui si esprime sorpresa per “la richiesta di
sospensiva” e attesa fiduciosa delle decisioni del TAR. L’Ateneo e i
suoi “studenti”, si sostiene nel comunicato, riceverebbero un grave
danno per l’interruzione dell’avviato “processo di riforma”. Che Recca
stia scambiando il proprio interesse per quello degli studenti, oltre
che ignorare il ruolo del ministero ?
(da Argo-CentoOcchiSuCatania)
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